Sveglia alle 7.30, colazione e poi seduti davanti al computer per seguire le lezioni da casa. E’ la scuola durante l’emergenza Coronavirus. Una classe virtuale che studenti e insegnanti stanno iniziando ad apprezzare giorno dopo giorno. Ad esempio nel quartiere napoletano del Vomero, al liceo Mazzini (linguistico, scientifico e scienze umane), le lezioni proseguono spedite con tanto di foto pubblicate sul sito ufficiale per omaggiare la giornata dedicata a Dante Alighieri (martedì 25 marzo 2020).

All’Istituto Enrico De Nicola, presente sempre nel quartiere collinare della città partenopea,  a fare il punto della situazione al Riformista è il dirigente scolastico Stefano Zen, colpito in positivo dall’atteggiamento dei suoi alunni. «Mi ha sorpreso che gli studenti chiedano più volte al giorno di poter parlare con i propri docenti. La maturità? Sarà un esame semplificato ma mi auguro che potremo farlo guardando negli occhi i nostri studenti».

Preside come procedono le lezioni a distanza?
Molto bene, i ragazzi sono attivi e si impegnano. Utilizziamo sistemi di videoconferenze e lezioni on line, quali We school, google classroom, edmodo. La modalità skype è da preferirsi per la qualità audio-video. I docenti seguono il normale orario scolastico o concordano i momenti delle lezioni con gli studenti. Utilizziamo le piattaforme per la condivisione dei materiali didattici e di test non da farsi con l’obiettivo della valutazione a tutti i costi. Adesso l’obiettivo è di svegliare gli alunni dalla solitudine e dal torpore.

In questo momento di emergenza, la scuola rappresenta un punto di riferimento per i ragazzi?

Sì, i giovani cercano conforto nei punti fermi e la scuola è indubbiamente uno di questi. Mi veniva da pensare a una splendida opera di Seneca, quando in esilio in Corsica scrisse una lettera alla madre lontana: “Consolatio ad Helviam matrem”. Seneca rassicurava la madre anziana cercando di farle capire che la distanza era solo una distanza di spazio ma non di affinità e di collegamento spirituale. Oggi possiamo avvalerci della tecnologia ma dobbiamo ricordare ai ragazzi che non sono soli e che continuiamo a essere insieme seppure attraverso modalità nuove.

A causa dell’emergenza covid-19, la Gran Bretagna ha abolito gli esami, secondo lei avremmo potuto fare lo stesso qui?

I paesi anglosassoni hanno una legislazione secondo la quale il titolo di studio non ha effetti legali, noi abbiamo un vincolo che riguarda il valore legale e per poterlo conferire bisogna sostenere l’esame. A meno che non cambino le leggi in relazione all’emergenza, gli studenti dovranno sostenere l’esame di maturità e sarà nostro compito renderlo accessibile a ognuno di loro.

Secondo lei, come si svolgerà la maturità quest’anno?

Dobbiamo proporre ai maturandi un esame sostenibile, semplificato e all’insegna del buon senso. L’ipotesi più accreditata è quella di una commissione interna, formata quindi solo da docenti interni all’istituto e che hanno seguito per tutto l’anno gli studenti. In questo caso ci sarà un commissario esterno che supervisionerà ogni classe ma gli alunni si sentiranno più sicuri con i propri professori.

Cosa pensa di un eventuale esame di stato a distanza?

La modalità investirebbe la sfera emotiva degli alunni. All’università si è già sperimentata la modalità della discussione della tesi a distanza. Per gli studenti che si diplomano però parliamo di un gruppo abituato a vivere in maniera corale e questo verrebbe a mancare. L’esame a distanza potrebbe accentuare il senso di solitudine che vivono in questo momento e che noi dobbiamo minimizzare. Spero che si possa svolgere secondo la modalità classica.

I suoi ragazzi le hanno fatto qualche richiesta?

Finora no. Il Ministero dell’Istruzione sta vagliando varie ipotesi, una delle più accreditate è quella che prevede l’abolizione della seconda prova o lasciarla ma dando alle scuole la possibilità di costruirla in base al livello di apprendimento raggiunto dagli studenti. Il colloquio orale potrebbe consistere in un lavoro multidisciplinare basato su esigenze reali e personali.