Sondaggio politico elettorale, Meloni regina dei sondaggi e del centrodestra: Pd di Letta cerca il miracolo

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 18-05-2022 Roma Politica Presentazione del libro “Una democrazia eccentrica” di Giovanni Orsina Nella foto Giorgia Meloni, Enrico Letta Photo Roberto Monaldo / LaPresse 18-05-2022 Rome (Italy) Presentation of the book “Una democrazia eccentrica” by Giovanni Orsina In the pic Giorgia Meloni, Enrico Letta

Che il Paese torni alle urne il prossimo 25 settembre per le elezioni politiche, dopo la caduta del governo Draghi, la scissione nel Movimento 5 Stelle, la mossa a sorpresa di un centrodestra favoritissimo, il Partito Democratico in cerca di alleati, il Grande Centro in formazione e in competizione, è una notizia negativa per quasi il 50% degli italiani, positiva per il 38,8% degli intervistati dal sondaggio Quorum/Youtrend realizzato per SkyTg24. Il primo dopo la caduta del governo, la data delle elezioni, l’inizio della prima campagna elettorale balneare della Repubblica italiana.

I sostenitori di FI e Lega risultano tra quelli meno convinti che le elezioni anticipate siano un fatto negativo (41,9%), dietro solo a quelli di FdI (25,3%). All’opposto ci sono quelli del Pd (71,2%). Il 70,6% degli elettori di FdI ritiene le elezioni anticipate un fatto positivo così come il 54,1% di chi vota Forza Italia e Lega. Percentuale che crolla al 20,5% per gli elettori del dem. Cambia poco alla fine: il 25 settembre si torna a votare, c’è poco da discutere ormai. E lo scenario al momento vede un centrodestra in netto vantaggio, un Pd alla ricerca della quadra per una coalizione competitiva, un Centro litigarello, Di Maio ininfluente, la soglia di sbarramento al 3% un killer di partiti.

Piuttosto invariate le posizioni delle squadre in campo rispetto a prima della crisi. Fratelli d’Italia guida con il 23,8%, Pd al 22,5%, Lega al 13,4%, M5s al 9,8%, Fi all’8,3%, Azione e +Europa al 4,9%, Sinistra Italiana/Europa Verde al 4,2%, Insieme per il Futuro al 2,6%, Italexit al 2%, Italia Viva all’1,8%, Articolo 1 – Mdp all’1,6%, altri partiti al 5,1%. Altissimo il tasso di astensione da una preferenza: 41,7%, che conferma la sfiducia e l’insofferenza dimostrata agli ultimi appuntamenti alle urne. Crollano Lega e M5s, debutto deludente per lo scissionista grillino Di Maio che neanche supererebbe la soglia di sbarramento.

All eyes intanto su Meloni: la leader di Fdi guida tutte le rivelazioni, super favorita, canalizza l’attenzione dei media mondiali, si dice pronta a governare. Dopo giorni di dibattito interno al centrodestra su chi dovrebbe essere premier, per l’86,4% degli elettori della coalizione sarebbe una cosa positiva il suo premierato, negativa solo per l’8,3%, al 55,3% la percentuale di chi ripone poca o nessuna fiducia nella leader Fdi. Il sondaggio analizza inoltre tre scenari di coalizione: il centrodestra si attesta rispettivamente al 45,3%, al 45,4%, al 48,1%. Sbaragliato in ogni caso il centrosinistra. Secondo il 49,5% la fiducia in Meloni è rimasta immutata rispetto a prima delle elezioni, per il 17,4% è aumentata, per il 25,2% è diminuita. Il 70,4% degli elettori di Forza Italia e Lega esprime fiducia in Giorgia Meloni.

Grande è la confusione sotto il sole del centrosinistra, o campo progressista. Il 56,6% degli elettori del M5s ritiene che il partito dovrebbe presentarsi da solo alle elezioni, il 39,3% che dovrebbe in coalizione con il Pd di Enrico Letta che ormai ha già chiuso le trattative. I dem, secondo i suoi elettori, dovrebbero allearsi con i partiti di Centro secondo il 50,4% degli intervistati, col M5s per il 12,4%, né con gli uni né con gli altri al 25,4%, l’11,8% non si esprime. Qualora il Pd dovesse allearsi con Si/Europa Verde, Azione e +Europa, Ipf, Iv e Articolo 1 raggiungerebbe il 36,3%, se dovesse con le sole Si e Articolo 1 al 27,2%, con M5s, Si e Articolo 1 al 34%. Fermo al 9,1% un Grande Centro, o Centro Riformista, o Rassemblement all’italiana con Azione e +Europa, Ipf di Di Maio e Italia Viva o al 11,5% a seconda degli scenari e delle altre coalizioni a guida Pd.

In ogni caso Letta verrebbe battuto dal centrodestra. Il segretario del Pd è quindi alla ricerca di una mossa, un’idea che possa sparigliare, qualcosa che dia slancio alla campagna elettorale. Di un miracolo, forse. Parlando di leader: è al 64% la percentuale di chi nutre “molta o abbastanza” fiducia nel Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Draghi al 54%, Meloni al 38,7%, Berlusconi al 34,3%, Conte al 30,7%, Salvini al 30,4%, Letta al 25%, Di Maio 22%, Renzi 15,5%. Centrodestra anche qui in vantaggio insomma.

Capitolo Draghi: resta alta la percentuale di chi apprezza come “molto + abbastanza positivo” il lavoro del governo dell’ex Presidente Bce, al 57,5%, a Palazzo Chigi. Negativo per il 34,8%. Il 50,7% si è detto d’accordo con la decisione del premier di dimettersi, non così lontano dal 41,1% in disaccordo. La responsabilità della crisi è per il 41,1% di Giuseppe Conte che stacca nettamente tutti gli altri leader, così come per il 29% è sempre il leader grillino il responsabile delle elezioni anticipate del prossimo 25 settembre, per il 29% è Draghi, per l’11,1% è Salvini. Gli elettori di Forza Italia e Lega sono quelli meno d’accordo con le dimissioni di Mario Draghi (51%). La fiducia in Draghi è rimasta immutata per il 47,6% degli elettori rispetto a prima della crisi di governo.

“Se nessuna coalizione avesse la maggioranza, chi dovrebbe diventare Presidente del Consiglio?”, la fatidica domanda: secondo il 23,8% il leader del partito più votato, per il 17,9% una figura sostenuta da una larga maggioranza di unità nazionale, per il 17,6% il leader del partito più votato all’interno della coalizione più votata, per il 17% bisognerebbe tornare a votare, per il 4,5% una figura sostenuta da alcuni partiti che non erano alleati alle elezioni. Il 19,3% non risponde.