Spostamenti tra regioni, dal 15 febbraio rischio caos senza un nuovo governo

Giuseppe Conte e i suoi Dpcm non ci sono più, ma le scadenze restano. Le dimissioni dell’”avvocato del popolo” e lo stallo nella formazione di un eventuale esecutivo guidato da Mario Draghi non cancellano infatti i rischi legati all’epidemia di Coronavirus, ma soprattutto i provvedimenti in scadenza nei prossimi giorni.

La data cruciale in questo senso è il 15 febbraio, quando scade il decreto che vieta “ogni spostamento tra Regioni o Province autonome diverse, con eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute”. A chiarire la situazione e il ‘rischio’ sono le Faq del governo: “Dal 16 febbraio al 5 marzo gli spostamenti tornano invece ad essere consentiti da e per tutte le regioni ubicate in area gialla (salva l’eventuale sopravvenienza di nuove disposizioni limitative)”.

Una questione non da poco conto che dovrà risolvere o il governo dimissionario o l’esecutivo Draghi: uno scenario in cui c’è da tenere sotto osservazione anche l’andamento dell’epidemia in peggioramento. Secondo l’ultimo monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità sono almeno 13 le Regioni che hanno visto nell’ultima settimana un aumento della curva.

La situazione, politicamente parlando, è complicata. Il governo Conte è dimissionario e in carica solo per i cosiddetti “affari correnti”: Conte secondo indiscrezioni non vorrebbe prendere una decisione così importante per la vita degli italiani, in un senso o nell’altro, senza un mandato politico chiaro.

Tutto quindi resterebbe nelle mani di Mario Draghi, ma le tempistiche sono critiche: per prorogare il divieto di spostamento in scadenza il 15 febbraio servirà un decreto legge, ma Draghi deve ancora ottenere l’ok da parte dei gruppi parlamentari, presentare la squadra al presidente Mattarella, giurare al Quirinale e quindi ottenere la fiducia nei due rami del Parlamento.

Il rischio più forte è che il decreto possa scadere senza alcun provvedimento di emergenza, lasciando un “liberi tutti” che preoccupa. In tal senso vanno lette le parole del ministro della Salute Roberto Speranza, tornato a tuonare sui comportamenti degli italiani e sul rischio sanitario ancora alto: “Il virus circola e il rischio, anche per via delle varianti, resta alto. Non possiamo scherzare col fuoco”, ha detto l’esponente di Leu.