La storia
Studentessa di Torino “a psicologia mi prostituivo, per il crack faccio qualsiasi cosa” dalla casa del fumo (pochi metro dalla Dora) ci passavano tutti
Una storia che arriva da Torino e che lascia davvero l’amaro in bocca. Una studentessa di psicologia racconta la sua esperienza con la droga, in particolare con la dipendenza dal crack che l’ha portata a fare di tutto piuttosto di continuare a drogarsi. Le sue parole: “Studiavo psicologia e per pagarmi il crack mi prostituivo. Facevo uso di stupefacenti. Li assumo ancora. Il crack è così. Pensi solo a quello e ne vuoi sempre di più. Se mi dicevano fai quello, io per il crack facevo quello. Anche per 5 euro”. Si è concluso il filone dibattimentale del processo scaturito da una lunga indagine portata avanti dai Carabinieri.
Spaccio e prostituzione nella casa del fumo di Torino: a cento metri dalla Dora
“Non mi piace prostituirmi. Non mi piace l’atto sessuale, ma quando fumo il crack ne voglio sempre di più. E se non ne ho, se non me lo danno subito, perdo l’embolo. Per questo lo faccio. A quelle feste ci sarei andata comunque, perché per il crack faccio qualsiasi cosa”. Due anni fa la studentessa ha denunciato il giro di prostituzione e spaccio nella casa del fumo a cento metri dalla Dora. “I clienti chiamavano, venivano e avevano rapporti con tutti. Pagavano il crack e basta. Si mettevano lì e fumavano. Il crack purtroppo ti porta a volerne sempre di più”.
La “casa del crack” a Torino nel quartiere Aurora
La “casa del crack” scoperta a Torino si trovava in via Urbino, nel quartiere Aurora. Sono passate studentesse universitarie, lavoratrici, madri, tutte vittime del crack. “Signor giudice, qui hanno fatto un castello, ma parliamo di drogati. Non sono un santo ma non sfrutto le persone. Adesso vado al Serd, ho smesso. Non c’era gente che diceva fai questo o quello. Eravamo solo dei drogati”. Due spacciatori che rifornivano la “casa del crack” hanno patteggiato pene a oltre un anno di reclusione.
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