Ogni scusa è buona per mettere a ferro e fuoco le nostre città, provocare gli scontri con le Forze dell’Ordine, salvo poi evocare la “torsione” securitaria per arricchire il copione sulla deriva fascista che si sa fa oramai irrimediabilmente parte del lessico politico nostrano.
Storicamente esiste e si materializza sempre di più una violenza di scopo esercitata dagli abituali gruppi di estrema sinistra tra cui spiccano i soliti centri sociali, gli antagonisti, e gli anarchici di ogni risma, che sposano qualsiasi causa purché serva a giustificare nella perversa quanto anacronistica memoria degli “anni ‘70” una lotta violenta perpetrata contro le istituzioni rappresentate per le strade dalle Forze dell’ordine. L’ultima occasione è stata la morte del giovane di origini egiziane Ramy Elgami, come negli ultimi mesi il motore portante di tutte le violenze è stato il sostegno alla Palestina con tutte le violenze, le occupazioni e gli atti di deliberato antisemitismo a cui abbiamo assistito.

La Polizia uccide

L’aggressione alle Forze dell’ordine andata in scena dichiaratamente al grido “La Polizia uccide” facendo il verso agli anni di piombo, e ha messo in evidenza la saldatura tra tutti i gruppi radicali. Una bella macedonia che esplode per le nostre strade con gli strascichi di violenza cui tutti assistiamo. Mentre è in atto l’ennesimo processo mediatico contro le Forze dell’Ordine, chiamate ad operare in contesti urbani sempre più complessi e frastagliati, in cui anni di politiche scellerate e tolleranti sull’immigrazione, unite alle campagne di depenalizzazione di reati considerati “minori” hanno fatto germogliare una criminalità giovane, senza regole e votata alla violenza più ceca.

Ma la notte degli scontri su Ramy ha visto l’ennesima aggressione alla Sinagoga di Bologna, dai soliti gruppi spesso coccolati dalla stesa sinistra che davanti alle devastazioni del capoluogo emiliano-romagnolo ha dovuto far crollare il muro di omertà abituale sul tema. Lo stesso sindaco di Bologna ha parlato di “devastazione gratuita” e che “non ha alcuna giustificazione”, ammettendo nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera che “non c’è stata alcuna manifestazione, hanno subito devastato”. Ma ad allarmare e ad impedire che si marginalizzi la violenza di Bologna c’è stata la vandalizzazione degli uffici della Comunità, “un atto vile” dice Daniele Nahum Consigliere Comunale di Milano, ma ribadisce “non si tratta di un caso isolato. Dopo il 7 ottobre l’antisemitismo nel nostro paese è esploso con un aumento degli episodi di odio antiebraico che viene da alcune fonti stimato al 300%”.

Secondo Nahum, “serve una condanna senza ambiguità”. Il Presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi sottolinea come “la cosa più grave è che si ripete uno schema che in Italia abbiamo visto negli anni ‘70. Il loro sdoganamento in certi ambienti, la loro legittimazione ideologica in certi contesti politico istituzionali”. Per Meghnagi “La tremenda vicenda di Ramy, ha alimentato odio verso i carabinieri, verso le forze dell’ordine a cui tutti dobbiamo essere solidali, quest’odio si è incanalato contro gli ebrei. Questo è un fatto senza precedenti”. La sinistra ha le sue colpe e l’attuale posizione di ambiguità dei vertici del Pd che provoca non poche difficoltà alla componente riformista non passano in osservate al Presidente Meghnagi che tiene però a sottolineare come “la Comunità di Milano è aperta e inclusiva e per definizione noi dialoghiamo con tutti. Più volte ho invitato Schlein e Conte in Sinagoga. Per noi le porte restano aperte. Ma guardando a quanto sta accadendo in questi giorni, suggerirei loro di essere più prudenti. Loro non hanno mai vissuto la persecuzione mentre io essendo nato in Libia so cosa sono i Pogrom e l’odio di massa”.

Il fuoco della guerriglia divampa ovunque, da quella puramente criminale a quella che si illude di essere “rivoluzionaria”, “politica” di cui è epicentro Torino, dove la violenza politica è di casa, soprattutto ad opera dei centri sociali come Askatasuna, un focolaio di illegalità che molti soprattutto a sinistra fanno finta di non vedere. Non tutti però, l’ex parlamentare del Pd e Consigliere Comunale della città sabauda Stefano Esposito sul punto non ha mai vacillato e ribadisce: “Sono dei teppisti”, la “storia è sempre la stessa”. Da uomo di sinistra e riformista Esposito ribadisce “magari si definiscono di sinistra io faccio fatica a definirli così, ma stiamo parlando di centri sociali frequentati dai figli della buona borghesia, che non sanno neanche dove stia il disagio sociale”. Quello secondo l’ex parlamentare è presente nelle “Baby gang provenienti dalla periferia”. Su Askatasuna la battaglia politica a Torino è serrata, soprattutto in vista della cooprogettazione in cantiere tra amministrazione e Askatasuna. Il Consigliere di Fratelli d’Italia Ferrante De Benedictis che accusa “non si può regalare un immobile del Comune a chi lo occupa dal trent’anni”. Ma è chiaro che sul tema sicurezza ma soprattutto sui gruppi antagonisti la sinistra vada in difficoltà, perché al di là delle frasi e dei comunicati dovuti ai gravi fatti di cronaca, una vera presa di distanza da questi gruppi non avviene mai.
A suonare la sveglia sul tema sicurezza ci ha pensato l’ex segretario Veltroni dopo che per anni solo l’attuale governatore della Campania De Luca ha avuto il coraggio di squarciare il velo dell’ipocrisia a sinistra. Ma sono singole voci nel silenzio generale.

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Nato nel 1994, esattamente il 7 ottobre giorno della Battaglia di Lepanto, Calabrese. Allievo non frequentante - per ragioni anagrafiche - di Ansaldo e Longanesi, amo la politica e mi piace raccontarla. Conservatore per vocazione. Direttore di Nazione Futura dal settembre 2022. Fumatore per virtù - non per vizio - di sigari, ho solo un mito John Wayne.