Trump torna alla carica: “La pandemia da coronavirus usata per rubare le elezioni”

Donald Trump torna a farsi sentire. L’ex Presidente degli Stati Uniti, il 45esimo inquilino della Casa Bianca, ha tenuto un comizio in Ohio. Il primo dopo la presidenza. Migliaia di persone erano presenti ad ascoltare il tycoon. Ad accoglierlo la solita marea di cappellini rossi MAGA (Make America Great Again, lo slogan delle presidenziali che portarono Trump alla Casa Bianca nel 2016) e cartelli Save America. Se l’è presa soprattutto con il successore Joe Biden, ha sollevato ancora sospetti di brogli nel voto, ha tirato in ballo anche la pandemia da coronavirus.

Trump ha le idee chiare insomma: i repubblicani torneranno più forti di prima alla Camera e al Senato del 2022 e il covid è stato usato per farlo fuori. “Ci riprendiamo la Camera e il Senato nel 2022”, ha detto Trump facendo riferimento alle elezioni di midterm. Biden, per il tycoon, sta guidando una amministrazione che è “una completa catastrofe. Sta distruggendo il nostro Paese”.

Trump ha quindi insistito sulla questione dei confini: il tema sul quale costruì anche la campagna elettorale del 2016, con il famigerato muro al confine con il Messico che però poi non costruì. “Presto ci riprendiamo l’America. La crisi maggiore è quella del confine, insieme a quanto accaduto alle elezioni del 2020. Biden ha smantellato la difesa al confine e innescato una marea di migranti”. Trump ha quindi aggiunto che quando ha lasciato la Casa Bianca il confine era “il più sicuro della storia: il muro funzionava”.

Il sistema dell’accoglienza degli Stati Uniti è stato messo sotto pressione per le massicce ondate di arrivi tra fine 2020 e inizio 2021. Biden aveva dichiarato che la politica dell’accoglienza era tra le sue primissime priorità. Il Presidente a febbraio ha annunciato la sua riforma per regolarizzare l’immigrazione clandestina con green card subito, cittadinanza in tre anni per i cosiddetti “dreamer”, i lavoratori agricoli e persone con uno status di protezione temporanea, mentre 11 milioni di “clandestini” dovranno affrontare un percorso più lungo di otto anni. L’amministrazione si è mossa finora in maniera piuttosto causa sul tema, anche se è aumentato il numero dei rifugiati accolti, quello degli stagionali e degli studenti, escluso i minori che attraversano il confine non accompagnati dai genitori dal Titolo 42 – voluto da Trump per vietare tutti i viaggi “non essenziali” per limitare i rischi di contagio da coronavirus -, obbligando l’accoglienza e la valutazione della loro richiesta d’asilo. È stata quindi cancellata la pratica di separare i genitori dai figli nei centri di detenzione per immigrati irregolari e si è lavorato ai ricongiungimenti con i genitori.

Hanno fatto molto discutere le parole della vice presidente Kamala Harris che a inizio giugno, nella sua prima visita ufficiale in Guatemala aveva pronunciato parole che hanno fatto il giro del mondo: “Voglio essere chiara con le persone di questa Regione che stanno pensando di intraprendere quel pericoloso viaggio verso il confine tra Stati Uniti e Messico: non venite. Non venite. Se verrete al nostro confine, sarete rimandati indietro”. Più che alle intenzioni di regolarizzare gli arrivi, le dichiarazioni della vice sono state interpretate, e strumentalizzate dalla destra in tutto il mondo, come una prosecuzione delle politiche di Trump.

Trump si è lasciato andare ad affermazioni anche sul covid: per l’ex Presidente USA i suoi avversari politici hanno utilizzato la pandemia per “rubare le elezioni”. Trump, nonostante l’assenza di ogni prova o evidenza, non ha mai accettato l’esito del voto agitando lo spettro di brogli. Gli Stati Uniti restano il Paese più colpito al mondo dal covid-19 con oltre 33 milioni e 621 contagiati e quasi 603mila morti. Trump ha sottovalutato o negato per larghi tratti l’emergenza. Si è lui stesso contagiato in piena campagna elettorale. La campagna di vaccinazione prosegue intanto spedita mentre aperture sostanziose sono partite la scorsa settimana tra New York e la California e in altre aree del Paese. “Io non voglio distruggere la democrazia, sto cercando di salvare la democrazia americana”, ha detto Trump. Lo scorso 6 gennaio, dopo un suo comizio – è stato bandito da Facebook per le sue affermazioni – un gruppo di sostenitori ha assaltato il Campidoglio. Solo pochi giorni prima dell’insediamento del nuovo Presidente gli Stati Uniti sono andati incontro al giorno più buio della loro storia democratica.