Twitter ha sospeso brevemente l’account del governo dell’Ungheria, nel giorno in cui la Commissione europea ha pubblicato la relazione sullo stato di diritto critica nei confronti di Budapest. “L’account ufficiale del governo ungherese @AboutHungary è stato sospeso da Twitter senza alcun avvertimento o spiegazione. Ciò è estremamente interessante alla luce del fatto che la Commissione europea pubblicherà oggi il suo primo rapporto sullo stato di diritto”, ha scritto dal proprio personale un portavoce del governo, Zoltan Kovacs. Il profilo @AboutHungary è poi stato ripristinato, come si legge sullo stesso account, “di nuovo senza spiegazione“.

Mentre era sospeso, è apparso l’avviso: “Twitter sospende gli account che violano le sue regole”. Kovacs, noto per la difesa sui media internazionali delle politiche anti-migranti e della “democrazia illiberale” del premier Viktor Orban, ha commentato: “Sembra che il bel nuovo mondo sia infine arrivato, dove i giganti della tecnologia zittiscono chi ha opinioni diverse”. Sospeso con lo stesso avviso è stato anche un altro profilo Twitter, @RMXnews, legato a media sostenuti dal governo, poi anch’esso ripristinato.

LO SCONTRO SUI DIRITTI CON L’UE – Intanto, la Commissione europea ha diffuso il rapporto sullo stato di diritto, in cui ha dichiarato di affrontare “importanti sfide” in alcuni Paesi. Vi ha dipinto a tinte fosche la situazione dei sistemi giudiziari e del rispetto dei diritti in Ungheria (così come in Polonia). Varie leggi sponsorizzate dal governo di Budapest, secondo l’analisi, prendono di mira libertà dei media, diritti delle minoranze, sistema elettorale, libertà accademiche e religiose. Il rapporto critica anche la percepita “mancanza di azione determinata ad avviare indagini penali e perseguire i casi di corruzione che coinvolgono funzionari di alto livello o la loro immediata cerchia, quando emergono gravi accuse”. La Commissione discuterà il rapporto con l’Europarlamento e gli Stati membri.

“E’ importante avere un quadro di questi temi e vedere come sono collegati. Non ultimo perché le carenze spesso si uniscono in un insieme insostenibile, anche se gli ingredienti singoli possono sembrare andar bene”, ha detto la commissaria europea per i Valori e la trasparenza, Vera Jourova. Orban giorni fa ne ha chiesto le dimissioni, dopo le sue dichiarazioni “dispregiative” e “insultanti” verso Budapest (Jourva ha definito quella ungherese una “democrazia malata”). L’Ungheria ha subito respinto la relazione sullo stato di diritto: “Non solo è fallace, ma assurda”, affema una nota del governo, “concetto e metodologia non sono adeguati allo scopo, le fonti sono sbilanciate e il contenuto infondato”.

Il rapporto è arrivato alla vigilia del Consiglio europeo e potrebbe avere ripercussioni, mentre gli ambasciatori all’Ue degli Stati membri (Coreper) hanno approvato a maggioranza qualificata la posizione del Consiglio di legare il bilancio europeo al rispetto dello Stato di diritto nei vari Paesi, sulla base di quanto concordato a luglio. Non solo l’Ungheria, ma anche Polonia e altri Paesi, si oppongono alla condizionalità.

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