Ad un certo punto sembrava di essere tornati agli anni ruggenti: “La parola al compagno Intini…”, al “compagno Acquaviva”, al “compagno Spini”, al “compagno Martelli”, al “compagno Craxi”. La nostalgia – si sa – è un sentimento nobile, il nostalgismo ogni tanto è una brutta bestia e tuttavia in questa occasione non c’entrano né l’una né l’altro.
Al recente anniversario dell’Avanti!, nella sede della Fondazione Modigliani, ancora prima dei sentimenti, ha prevalso un fatto. Inatteso: alcuni dei principali protagonisti di quel che fu il “nuovo corso” del Psi si sono ritrovati dopo decenni, intervenendo tutti nella stessa occasione, come accadeva davanti alla Direzione socialista. In questi 30 anni, lo sappiamo, ognuno ha seguito la sua strada, seguendo la sua personale “ragione”. Ma una piccola ragione in più – come dimostra quel che è accaduto – hanno mostrato di averla coloro che hanno avuto la forza di tenere faticosamente aperta la casa, riconquistando il nome delle origini, Psi, facendo valere la presenza socialista in tante realtà del Paese. E chi, sia pure per un giorno, è tornato a casa ha indirettamente riconosciuto questa tenacia.
Nessuna vanagloria, nessuna retorica, ci mancherebbe altro. Anche perché talora sono gli stessi socialisti a disconoscere sé stessi. E infatti 30 anni dopo la caduta del 1992, si può serenamente prendere atto di un dato disarmante: pochi altri come i socialisti hanno vissuto la diaspora, alimentando ruggini e risentimenti personali. Sentimenti ostili che meriterebbero ben altri bersagli. Le critiche sono il sale della politica, i dileggi grevi gratuiti illustrano bene la qualità di chi li scaglia: ieri, oggi e domani.
Il successo delle celebrazioni dell’Avanti! e la qualità degli interventi, esterni ed interni, dimostrano l’attualità delle ragioni dei socialisti, la forza di una cultura politica. Se, e come, si potranno fare dei passi avanti, questo si vedrà. Qualcuno ha indicato il traguardo delle elezioni Europee del 2024 come la premessa di un laboratorio e nessuno ha negato che un tentativo serio e disinteressato da parte di tutti, vada fatto. Lo spazio c’è.
Certo, ricominciare è sempre un’impresa complicata. Ugo Intini, ricordando l’elogio di Filippo Turati a Vittorio Piva, ha indicato tre rifiuti che il primo direttore dell’Avanti della domenica sempre oppose: “No al facilismo, no all’arrivismo, no al demagogismo”. Tre rifiuti che equivalgono a tre virtù sempre attuali. Tre virtù ricostituenti per tutti i socialisti.
