Walter Schiavone collabora con i magistrati: è il secondo figlio del boss dei Casalesi Sandokan a ‘vuotare il sacco’

Walter Schiavone inizia a collaborare con la Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Il figlio secondogenito del capo del clan dei Casalesi Francesco ‘Sandokan’ Schiavone ha infatti iniziato a parlare con la magistratura, circostanza che sarebbe avvenuta già in due interrogatori.

Una circostanza emersa soltanto ieri nel tribunale di Napoli, dove era in corso l’udienza preliminare sull’inchiesta relativa al controllo da parte dei Casalesi del business della distribuzione di prodotti caseari (come la mozzarella di bufala, ndr), indagine che ha portato all’arresto di Walter Schiavone nel giugno di quest’anno.

Schiavone, 40 anni, era già entrato nel programma di protezione dopo il pentimento del fratello maggiore Nicola, il primogenito del boss ‘Sandokan’. La DDA partenopea accusa tra l’altro Walter Schiavone di aver gestito il clan dopo l’arresto del fratello Nicola nel 2010.

Walter aveva in realtà già parzialmente ammesso la sua appartenenza al sodalizio criminale dei Casalesi nel corso di un secondo processo: “Ho preso lo stipendio dal clan per conto di mio padre e mio fratello Nicola”, aveva riferito in videocollegamento il secondogenito di ‘Sandokan’.

Nell’udienza di ieri, come riferisce Casertanews, Schiavone jr ha spiegato ai magistrati che il business della distribuzione e imposizione della mozzarella ai caseifici avveniva anche mentre lui era ‘confinato’ in una località protetta dopo l’inizio della collaborazione del fratello Nicola: anche da lì Schiavone emanava i suoi ordini per mandare avanti il racket della mozzarella.

In particolare Walter Schiavone, secondo l’accusa, avrebbe obbligato i titolari di diversi caseifici della penisola sorrentina a vendere sottocosto e in via esclusiva i loro prodotti alle aziende riconducibili al clan dei Casalesi, che poi si sarebbe occupato della distribuzione in ‘regime di monopolio’ nella stessa penisola sorrentina e in alcune zone della provincia di Caserta.

Sapevano che eravamo del clan e ci agevolavano sui prezzi“, ha spiegato Schiavone, sottolineando che le agevolazioni nella distribuzione dei prodotti caseari riguardavano “sia i fornitori sia i rivenditori” della merce. Collaborazione con la DDA confermata anche rispondendo a una domanda del suo avvocato, Domenico Esposito, al quale ha spiegato che con i magistrati antimafia sta parlando “anche di altro”. Sul nuovo status di ‘collaboratore’ ulteriori novità sono attese dalla prossima udienza fissata per il 17 dicembre.