La rivolta dei governatori, Zaia: “Il Veneto può riaprire tutto”

Foto Andrea Gilardi/LaPresse 25-06-2019 Venezia

Il governatore del Vento Luca Zaia annuncia che la sua Regione “può aprire tutto”. “Ovviamente – ha continuato il governatore – su base solida di una certificazione che ci dà il Comitato scientifico. Ma noi potremmo, in linea di principio, affrontare qualsiasi tipo di apertura”. Zaia ha aggiunto che le ordinanze della Regione non sono in contrasto con i Dpcm emanati dal governo per l’emergenza coronavirus e che “vogliono portare un principio di buon senso e rispetto nei confronti del cittadino”. Solo qualche giorno fa, il governatore aveva firmato insieme agli altri presidenti delle regioni del centrodestra un appello al Presidente della Repubblica e al governo per concedere più autonomia nella seconda fase alle Regioni e moderare le politiche di accentramento esercitate proprio attraverso i dpcm.

“Le battaglie legali non portano a nulla – ha spiegato Zaia – Non facciamo ordinanze per cercare prove muscolari o per buttarla in politica. A me sembra che il ministro Boccia, in rappresentanza del Governo, abbia compreso le nostre volontà; penso che per la quasi totalità delle misure oggetto di ordinanza ci sia la possibilità di dimostrare un allineamento col Dpcm per cui non le ritiriamo”.

Secondo il governatore Veneto si va verso una fase 2 con una riapertura asimmetrica e differenziata tra le Regioni. Zaia ha lanciato anche un appello al Governo e alla ministra dell’Istruzione per affrontare la questione dei minori che potrebbero rimanere senza i genitori che dal 4 maggio torneranno al lavoro. “L’appello che voglio fare al Ministro dell’Istruzione e in generale, è di attivare tutte le misure possibili e immaginabili rispetto a quello che è scuola e edifici scolastici; dall’altra il Governo per il discorso del congedo parentale che sia sostenuto per bene finanziariamente ed eventuali spese per baby sitter. Infine c’è la nostra  disponibilità a metter in piedi un network di diverse strutture (scuole paritarie, asili, grest, centri estivi, associazioni sportive), una rete sociale di gestione dei bimbi che hanno necessità di assistenza mentre i genitori sono al lavoro”.

Zaia ha riportato i dati della crisi economica in Veneto: 50 mila posti di lavoro persi, 35mila nel comparto turistico compresa la ristorazione. Centrale, secondo il presidente, nella ripartenza sarà il tema delle attività di servizio alla persona, come parrucchieri, estetisti, bar, turismo, ristorazione, che pesano in maniera rilevante sul Pil nazionale e che attraverso proteste hanno cominciato a far sentire il proprio malcontento. Perché maggior parte di queste attività potranno ripartire, secondo il decreto del governo, dal primo giugno.