Nei giorni scorsi alcuni documenti riservati, diffusi online da un gruppo di hacker chiamato Black Mirror, hanno rivelato quello che potrebbe essere uno dei più importanti accordi militari degli ultimi anni tra Russia e Iran. Si parla della vendita a Teheran di 48 caccia Sukhoi-35, gli aerei da combattimento più moderni della flotta russa. La notizia, pubblicata inizialmente dal sito d’opposizione russo The Insider e poi ripresa da media specializzati come Army Recognition e Israel Hayom, non è stata ancora confermata ufficialmente, ma i dettagli del materiale trapelato — listini interni, scadenze di consegna e codici cliente — appaiono piuttosto precisi.

L’accordo non nasce dal nulla. Già nel 2023 l’Iran aveva dichiarato di aver raggiunto un’intesa con Mosca per acquistare questo tipo di velivolo, e nel gennaio di quest’anno un comandante dei Pasdaran ha ribadito che il contratto è stato “finalizzato”. Al momento, però, nessuno degli aerei è stato ancora consegnato, e non è chiaro quando lo saranno. Il Sukhoi-35 è un caccia di quarta generazione avanzata, progettato per affrontare e superare la maggior parte degli aerei occidentali. Può volare a oltre due volte la velocità del suono, compiere manovre impossibili per altri velivoli e trasportare una vasta gamma di missili aria-aria e aria-terra. È dotato di un radar potentissimo, in grado di individuare e seguire più bersagli contemporaneamente a distanze di centinaia di chilometri. Per l’Iran, che oggi dispone ancora di vecchi aerei americani acquistati prima della rivoluzione del 1979 e di alcuni modelli russi ormai datati, l’arrivo dei Su-35 rappresenterebbe un salto tecnologico enorme.

Il paragone più immediato è con gli F-16 e gli F-15 israeliani, e in parte anche con i più moderni F-35. Questi ultimi restano comunque nettamente superiori per capacità di invisibilità ai radar, comunicazione e precisione, ma i Su-35 garantirebbero a Teheran una capacità di difesa e di deterrenza mai avuta prima. In altre parole, se finora Israele poteva contare su un dominio aereo pressoché totale, la presenza di quasi cinquanta nuovi caccia russi cambierebbe radicalmente gli equilibri nel cielo del Medio Oriente. Va detto che un conto è firmare un contratto, un altro è rendere operativi aerei così complessi. Servono piloti addestrati, manutentori, infrastrutture e soprattutto missili moderni, e tutto ciò richiede anni. Ma anche solo l’annuncio dell’accordo basta per alzare la tensione e mandare un messaggio chiaro: l’asse tra Mosca e Teheran è più solido che mai, e punta a consolidarsi proprio mentre l’Occidente tenta di isolare entrambi.

Il contesto non potrebbe essere più delicato. Dopo la guerra dei dodici giorni, il rischio di un conflitto aperto è tornato altissimo. In questo scenario, dotarsi di 48 caccia di ultima generazione significa che Teheran intende farsi trovare pronta a uno scontro che non sarebbe più limitato a milizie e droni, ma diventerebbe una guerra tra potenze regionali dotate di mezzi d’attacco e difesa sofisticati. È vero che non ci sono ancora prove definitive sull’autenticità dei documenti trapelati, ma l’accordo si inserisce perfettamente nella logica degli scambi già in corso tra Russia e Iran: droni iraniani per Mosca, tecnologia e armamenti russi per Teheran. Una collaborazione che conviene a entrambi e che, a giudicare dagli sviluppi, sembra destinata ad ampliarsi.

In sintesi, se davvero i Sukhoi-35 verranno consegnati all’Iran nei prossimi anni, la regione si troverà davanti a un cambiamento epocale. Israele conserverà comunque il vantaggio tecnologico, ma perderà la superiorità aerea assoluta che ha avuto per decenni. È una prospettiva che non può lasciare tranquillo nessuno, e che aggiunge un altro tassello alla lunga e inquieta partita che da mesi si gioca tra Teheran e Gerusalemme.

Paolo Crucianelli

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