“Ehm, c’è una notizia da dare e questa volta la devo proprio dare io, personalmente. Non è un granché, vi avverto”. Ha esordito così, in un post sui social, Alessandro Baricco, 63 anni, scrittore, nell’annuncio della sua imminente operazione. “Quel che è successo è che cinque mesi fa mi hanno diagnosticato una leucemia mielomonocitica cronica”, ha scritto.

La foto di un Pc e un libro, Il Circolo Pickwick di Charles Dickens, accanto al letto di ospedale, per l’annuncio di quanto gli sta accadendo. “Ci sono rimasto male – ha continuato Baricco nel post – ma nemmeno poi tanto, dai. Quando hai una malattia del genere la cosa migliore che puoi fare è sottoporti a un trapianto di cellule staminali del sangue, cosa che farò tra un paio di giorni (be’, non è così semplice, ci stiamo lavorando da mesi, è un lavoro di pazienza). A donarmi le cellule staminali sarà mia sorella Enrica, donna che ai miei occhi era già piuttosto speciale prima di questa avventura, figuriamoci adesso”.

Baricco è l’indimenticabile autore di libri come “Oceano Mare”, “Novecento”, “Seta” e “Castelli di Rabbia”. Nel post continua con il suo tono ironico e affettuoso. “Molto altro non mi verrebbe da aggiungere – continua Baricco – Forse, ecco, mi va ancora di dire che percepisco ogni momento la fortuna di vivere tutto questo con tanti amici veri intorno, dei figli in gamba, una compagna di vita irresistibile, e il miglior Toro dai tempi dello Scudetto. Sono cose, le prime tre, che ti cambiano la vita. La quarta certo non te la guasta”.

E conclude: “Insomma, la vedo bene. Per un po’ non contate su di me, ma d’altra parte non abituatevi troppo alla cosa perché i medici che si sono ficcati in testa di guarirmi hanno tutta l’aria di essere in grado di riuscirci abbastanza in fretta”. Baricco è venuto a conoscenza della sua malattia 5 mesi fa ma non ha mai interrotto le sue attività. Il 15 gennaio ha infatti lanciato il suo progetto “Novecento. The Source Code”.

Si tratta di un inedito audio della sua lettura ad alta voce del celebre monologo teatrale — registrata il giorno di Capodanno 2022 — che lo scrittore ha deciso di fare diventare un pezzo unico digitale. Un’opera certificata da un atto di autenticità (Nft, Non-fungible token) attraverso la tecnologia blockchain, che usa la crittografia, come accade nel mondo della crypto art. Una sorta di opera prima di una delle sue più celebri produzioni.

“Per questo prodotto ho pensato che l’ideale sarebbe stato una sorta di Novecento, punto e a capo – disse in una intervista al Corriere della Sera – Il testo ha infatti ormai quasi trent’anni e ha ispirato di tutto: oltre al monologo teatrale viene letto come libro (Feltrinelli, 1994), è stato trasposto al cinema, è divenuto persino uno spettacolo di marionette… Io ne sono strafelice, però già da qualche tempo sentivo il desiderio di recuperare il sound originario di Novecento, la musica di quando l’avevo scritto. Negli ultimi due, tre anni, Covid permettendo, sono andato io stesso a leggerlo nei teatri. Ho fatto spettacoli, un video che uscirà tra qualche mese. Così quando è spuntata l’idea dell’Nft mi sono detto: ‘Voglio registrare la mia voce senza alcun effetto’. Recuperare, appunto, il Source Code di un testo che è in fondo il “codice sorgente” di tutta la mia opera. Ne è nato un file audio di 80 megabyte che dura 85 minuti. E mi piace che, al momento di dargli un nome, quello che lo rappresentava di più fosse proprio un’espressione informatica. Le mie anime e i miei lavori di anni si univano”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.