«Quanto accaduto a Napoli è, da qualsiasi angolazione lo si guardi, un dramma. Lo ripeto da tempo: Napoli deve diventare una priorità nazionale. È necessario predisporre un Piano integrato, condiviso tra tutti i ministeri competenti (Interno, Cultura, Affari sociali, Lavoro, Sviluppo, Istruzione) e le istituzioni locali e nazionali, agendo su un duplice piano: più uomini, mezzi, tecnologie e risorse per le forze dell’ordine e una strategia integrata, con poderose risorse per istruzione, politiche sociali, lavoro, legalità, lotta al disagio giovanile». Alessandro Amitrano, deputato del Movimento 5 Stelle, segretario di Presidenza della Camera e componente della Commissione parlamentare Lavoro, interviene sui temi della devianza e del disagio giovanile che la morte del 17enne Luigi Caiafa ha riportato di drammatica attualità.
Onorevole, quali iniziative sono attualmente allo studio della Commissione lavoro?
«Lo Stato deve essere in grado di erogare più servizi, e di qualità, per contrastare la devianza giovanile e il disagio. Per questo ho presentato nell’aprile 2019 una risoluzione in Commissione in cui si sollecita il governo ad investire di più negli asili nido. Inoltre, la misura dell’esecutivo che dal primo ottobre taglia del 30% il costo del lavoro al Sud è uno stimolo importante, ancor più prezioso se inquadrato in questa fase di difficoltà legata al Covid. Infine, c’è la grande partita delle risorse del Recovery fund: una sfida imponente alla quale dobbiamo rispondere con grande responsabilità, capacità progettuale e obiettivi chiari».
Cosa si prevede per Napoli e, più in generale, per la Campania?
«Legalità, sviluppo, diritti, sicurezza e “pari condizioni” di partenza: sono queste le priorità attorno alle quali occorre costruire un percorso di crescita del Meridione e di Napoli in particolare. Sta proseguendo l’iter della cosiddetta ‘autonomia differenziata’, un tema estremamente delicato sul quale occorre mantenere il massimo equilibrio. Il gap Nord-Sud, oggi, è sotto gli occhi di tutti. Ed è nei numeri. Attualmente la Campania è ultima quanto all’attenzione dello Stato in tutte le sue articolazioni, con una spesa media di 10.832 euro per abitante, contro i 14.985 del centro-nord, secondo i conti pubblici territoriali. Una distorsione che va assolutamente corretta. Il taglio al costo del lavoro, inoltre, è una misura che auspico possa essere prorogata e che fa parte di una strategia complessiva di rilancio del Meridione. A partire dalla capacità di riuscire a trattenere i giovani al Sud e non costringerli, quasi fosse un destino ineluttabile, ad andare al Nord o all’estero. Una perdita secca in termini sociali, culturali ed economici: ogni dottore di ricerca è costato allo Stato italiano circa 230mila euro, un laureato 170mila e un diplomato 90mila. L’investimento nella scuola, nell’istruzione, nella cultura e nella conoscenza è un antidoto formidabile contro l’avanzata dell’illegalità e dell’oblìo sociale. Il Movimento 5 Stelle ha fortemente voluto la clausola che destina il 34% degli investimenti pubblici (una quota proporzionata alla popolazione residente nel Sud) allo sviluppo del Meridione. Ora la priorità sarà monitorare, e in caso sollecitare, l’applicazione puntuale del “Piano Sud” elaborato dal governo».
Si sarà disposti a investire di più in politiche giovanili?
«Solo i giovani possono dare nuova voce alla voglia di legalità delle nostre terre, come diceva il sociologo Amato Lamberti, che nelle sue analisi centrava il problema: è sui giovani che bisogna investire. Con politiche, risorse, idee, progetti, elaborando una visione del futuro. Un percorso che si potrà costruire solo se ogni attore in campo farà, fino in fondo, la propria parte. A partire dalla politica, che deve esprimere una forte volontà comune e mobilitarsi per destinare risorse, energie, investimenti, competenze al rilancio del Sud. E, quindi, dell’intero Paese».
