Cosa si può fare per i minori a rischio di Napoli? Come evitare che in futuro accada ancora di piangere e commentare un’altra morte come quella di Luigi Caiafa, il 17enne ucciso da un poliziotto intervenuto a sventare una rapina notti fa in via Duomo? Per Paolo Siani, deputato del Partito democratico, componente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, presidente della Fondazione Polis che si occupa di vittime innocenti della criminalità organizzata e di beni confiscati alle mafie, oltre che membro del coordinamento campano dell’associazione familiari delle vittime innocenti di camorra e dell’associazione Libera, la lotta alla criminalità minorile deve cominciare dall’attenzione ai bambini più piccoli. «Il fattore tempo è importante. È chiaro ormai a tutti gli scienziati, a tutti i sociologi, a tutti gli economisti che, se non si interviene presto, tutto il resto diventa, se non inutile, poco efficace. E intervenire presto – spiega Siani, fratello del giornalista Giancarlo ucciso dalla camorra per i suoi articoli di denuncia sugli affari dei clan – vuol dire intercettare un bambino che vive in una famiglia a rischio e aiutarlo prima che inizi a delinquere seguendo magari l’esempio del padre, del fratello, di uno zio».

In ogni quartiere di Napoli ci sono famiglie che vivono nel degrado, ai confini tra illegalità e legalità o nettamente schierati dalla parte del crimine organizzato. E i bambini che provengono da questi contesti sono tanti. «È anche vero che ci sono tante associazioni del terzo settore che salvano molti di questi ragazzi. Non abbiamo il dato numerico di quanti giovani sono destinati a fare la stessa fine del povero Luigi Caiafa e quanti in realtà ne stiamo salvando, servirebbe una rete integrata per azioni sinergiche e che comunichi anche questi risultati». È chiaro, tuttavia, che si parla sempre di numeri molto alti. La povertà economica unita a quella culturale e alla presenza diffusa della camorra sono all’origine di devianze e disagi che hanno come protagonisti ragazzi e bambini. Cosa fare? «Servono iniziative e strumenti non solo economici ma anche in termini di servizi», spiega Siani. «Con un gruppo di parlamentari trasversali di governo, unendo quindi tutte le forze, abbiamo sollecitato il presidente del Consiglio e stiamo lavorando a un piano per l’infanzia – aggiunge – Il Pd ha prodotto un piano per l’infanzia corposo che tiene conto anche degli effetti della pandemia che rende ancora più a rischio certe situazioni e peggiora le condizioni di chi era già in difficoltà».

Serve agire, dunque, su più binari. «Sul piano economico il reddito di cittadinanza così come è stato fatto non aiuta le famiglie con figli e quindi andrebbe rivisto. Un aiuto in questo senso arriverà con l’assegno unico quando sarà legge – spiega Siani – Occorre inoltre poter garantire servizi». È uno dei temi centrali. «Il primo servizio da realizzare necessariamente e in fretta – sottolinea – è creare asili nido. Se si confronta la mappa della camorra con quella degli asili nido si nota che coincidono esattamente, nel senso che dove mancano gli asili c’è la camorra e viceversa. Il governo deve intervenire in modo preciso, con fondi destinati non solo a costruire gli asili ma anche a gestirli». Per Siani si consentirebbe in questo modo di superare il paradosso della situazione attuale, in base alla quale i fondi possono essere utilizzati solo dalle Regioni che possono contribuire per il 30% ma spesso bastano solo a edificare strutture che i Comuni in deficit non potranno mai gestire.

E allora quel è la proposta? «Bisogna ristrutturare il sistema in modo da prevedere fondi finanziati in modo mirato, sia per la realizzazione degli asili sia per la loro gestione nell’arco di tre o cinque anni almeno». La Campania ha ottenuto 12 milioni di euro per gli asili nido «ma non sappiamo quanti riusciranno a essere fatti e gestiti, per questo occorre cambiare il sistema», spiega Siani. La lotta alla criminalità minorile va fatta senza indugi, senza sprecare tempo, con percorsi mirati a seconda dei quartieri «perché ognuno ha diverse necessità e diverse possibilità di sviluppo». «Una lotta – conclude – da fare centimetro per centimetro».

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).