Le sfide della tecnologia
Andare su Marte è utile per tutti, anche alla Campania
A una parte dell’opinione pubblica sfugge ancora che gran parte della vita sulla Terra oggi dipende da ciò che accade nello spazio, soprattutto in materia di sicurezza, di guida satellitare, di servizi per l’agricoltura e le previsioni meteorologiche. Inoltre sono decine le invenzioni pensate per lo spazio e create da ricercatori della Nasa (e non solo) che vengono utilizzate da anni nella nostra vita quotidiana. Un articolo di www.mediainaf.it ne elenca alcuni: «Dal rivestimento antigraffio degli occhiali (in origine dedicato alle visiere dei caschi degli astronauti) al materiale memory foam di cui molti materassi sono fatti (utilizzato nello spazio per proteggere dagli urti gli astronauti), passando per i dispositivi senza filo a batteria (la tecnologia risale a quando nel 1960 la Black & Decker e la Nasa idearono la prima trivella usata sulla Luna) e gli apparecchi ortodontici “invisibili” (il materiale Tpa – translucent polycrystalline alumina – è stato sviluppato dal Nasa Industrial Application Center)».
L’articolo rammenta che ogni anno la lista viene aggiornata dall’agenzia spaziale statunitense in un catalogo con cui vengono presentati i cinquanta brevetti tecnologici che hanno avuto le maggiori ricadute nella nostra vita negli ultimi dodici mesi: dalla medicina ai trasporti, dall’ambiente alla sicurezza pubblica. Ricadute tecnologiche e diversificazione produttiva possono riguardare anche i sistemi di monitoraggio e manutenzione a distanza delle infrastrutture strategiche, quali reti elettriche, idriche, del gas, ospedali, stabilimenti industriali, centri dati, basi militari, aeroporti. O di situazioni di rischio idrogeologico e aree di tutela ambientale.
Oggi la vera sfida tecnologica per l’aerospazio tecnologica riguarda la capacità di connettere insieme cinque ambienti: terra, aria, mare, cyber e spazio. Conforta sapere che missione e tecnologia adottate dalla Nasa per una serie di missioni simili, volte a portare sulla Terra campioni di rocce polvere marziana, dipendono in parte dalle competenze e dalla speciale esperienza nel campo della costruzione di precisione dell’ingegneria italiana. È nostro dovere, a partire dal Recovery Fund, restare agganciati al treno dello sviluppo e della crescita tecnologica, che si ferma e non ci aspetta. E bisogna farlo con “perseveranza”, la stessa a cui è dedicata la missione su Marte, la stessa che ha consentito a Teresa Fornaro, la ricercatrice nata in provincia di Napoli ma in servizio presso l’Osservatorio dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica) di Firenze, di risultare l’unica italiana fra i tredici scienziati che formano il team della missione.
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