Il commento
Animali senzienti e portatori di diritti, perché la legge Brambilla è a dir poco ambigua
Ogni anno in Italia circa 10 persone, metà delle quali bambini, perdono la vita sbranati dai cani. Al prossimo “incidente” causato da una di queste razze killer, chi avrà la coscienza pulita?
È purtroppo diventata legge la proposta dell’On. Brambilla e altri che fa soggetto di tutela penale non più l’uomo, colpito nei sentimenti che prova per gli animali stessi, ma direttamente gli animali, configurando come delitti e non come contravvenzioni gli illeciti che li riguardano.
Spetterà alla Magistratura districarsi tra le circa dodici nuove disposizioni penali introdotte nel nostro ordinamento riguardanti inasprimento delle pene pecuniarie e detentive, aggravanti, misure di prevenzione previste dal codice antimafia più nuovi poteri attribuiti alle Associazioni Animaliste.
Non voglio neppure in questo articolo addentrarmi nella questione teologica e antropologica che dalla Bibbia al Vangelo pone gli uomini e le donne e non gli animali al centro del Creato, ma ricordare soltanto il più volte ripetuto richiamo di Papa Francesco che “bastonava” l’Italia perché nel nostro paese “si privilegia avere cagnolini e gatti e non bambini”. Vorrei invece che qualcuno mi spiegasse cosa significa l’art 10 di questa legge quando “vieta al proprietario o al detentore anche temporaneo di animali di affezione di custodirli nel luogo di detenzione e dimora tenendoli legati con la catena o con altro strumento simile che ne impedisca il movimento, (se non c’ è reato con il pagamento di una sanzione da 500 a 5000 euro ), salvo che ciò sia imposto da documentate ragioni sanitarie, certificate dal medico veterinario o da temporanee esigenze di sicurezza”.
Voglio capirlo perché contrariamente a quanto avviene nei circhi (da sempre nel mirino degli animalisti) non è mai morto o si è fatto male qualcuno del pubblico. Invece ogni anno in Italia circa 10 persone, metà dei quali bambini, perdono la vita sbranati dai cani e decine di migliaia devono ricorrere a cure ospedaliere per le ferite causate da morsi. I killer sono dobermann, rottweiler, pitbull, razze selezionate per essere aggressive: il patentino per gestirle è una proposta umoristica perché sarebbe come sostenere che basta avere la patente per guidare un’auto sprovvista di freni.
Avevo proposto al Parlamento un emendamento che chiarisse come i cani killer non possano essere lasciati liberi almeno nei luoghi pubblici, aperti al pubblico e/o nei luoghi di lavoro, perché personalmente non ho dubbi di come rispondere al dilemma “viene prima l’uomo o la gallina?”. Il Senato non l’ha preso in considerazione approvando integralmente il testo già votato dalla Camera con questa norma a dir poco ambigua, ma al prossimo bambino sbranato da uno di questi cani killer avrò la coscienza pulita di aver fatto tutto il possibile per evitarlo.
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