L’ultima consorte del defunto Silvio Berlusconi si prepara per lasciare la suntuosa Arcore, dimora storica del Cavaliere. Ebbene sì, fuori da Villa San Martino entro 90 giorni.  L’indiscrezione lanciata ieri da Dagospia trova conferma, secondo la Repubblica, in “ambienti importanti di Fi”.

E dire che Marta era arrivata ai funerali in Duomo mano nella mano con Marina Berlusconi, un gesto che sembrava essere l’ingresso definitivo in famiglia per la Fascina. Eppure, a poche settimane dalla morte del Cav, l’idillio sembra già quasi svanito. Tutto parte dalla questione del testamento di Berlusconi. O meglio, del lascito a Fascina (e a Dell’Utri oltre che al fratello Paolo), che potrebbe essere nullo.

Secondo alcuni quotidiani, i figli a quanto pare non hanno intenzione di impugnarlo. E quindi daranno, come ha chiesto loro il padre, i 100 milioni destinati dall’ex Cavaliere alla compagna. Ma Villa San Martino, dove sorge il mausoleo di Berlusconi e riposano le sue ceneri, appartiene a loro. E quindi sia Marta che il padre Orazio, secondo le intenzioni dei figli, dovrebbero lasciarla senza discussioni, strascichi o ripercussioni legali. “È cominciata una seconda fase e Fascina non può pensare di essere la prima nella linea di discendenza”, è il ragionamento attribuito a un alto dirigente del partito. “I figli, chiaramente, vogliono il loro spazio pur rispettando le volontà del Cavaliere. E, nel partito, Marta non si deve meravigliare se trova davanti un clima non esattamente collaborativo».

Orazio, il padre di Marta Fascina non pervenuto al ‘matrimonio simbolico’ con Silvio Berlusconi

Il padre, Orazio Fascina, cancelliere prima del Tribunale di Napoli, oggi di Salerno stando agli elenchi del Comune campano, nonostante abbia ottimi rapporti con la ex moglie e la deputata, pare, – scrive il Corriere della Sera – non fosse presente al ricevimento del 19 marzo scorso a Villa Gernetto, residenza di Lesmo (Monza e Brianza), durante la celebrazione del “matrimonio simbolico” (senza alcun valore legale e patrimoniale) tra la figlia, Marta Fascina, e Silvio Berlusconi. Anche se il nome di un “Orazio” era tra gli invitati. 

Cairo chiarisce le indiscrezioni su una possibile scalata di Mediaset

“Non ho mai pensato di scalare Mediaset e oltretutto non è una cosa possibile”. Lo ribadito il numero uno del gruppo Rcs-La7, Urbano Cairo, riferendosi alle recenti ipotesi di stampa, emerse dopo la scomparsa di Berlusconi. “Mi ha stupito che a un certo punto, così ‘out of the blue’, su Dagospia sia uscita la notizia in cui si ipotizzava una cordata italiana in cui io andrei a prendere consigli dal grande banchiere d’affari Walter Veltroni. Mi sembra come minimo una cosa abbastanza traballante. Ho stima nei suoi confronti ed è nostro editorialista, ma credo che tutto possa fare tranne che l’organizzatore o il concepitore di un progetto relativo a una cordata italiana che va a prendersi Mediaset, una cosa che non stava né in cielo né in terra.

“Tra l’altro – ha aggiunto – in un momento in cui Berlusconi è mancato è una cosa che mai mi sarebbe venuta in mente, anche da un punto di vista umano”. Da un punto di vista tecnico finanziario, Cairo ha poi sottolineato che una scalata a Mediaset non sarebbe possibile, dato che Fininvest ha il controllo. “Mentre Rcs lo era, Mediaset non è contendibile. Comunque io non ho mai pensato una cosa del genere, mai nella vita. In più non si può fare”.

Cairo ha poi riportato i commenti di Pier Silvio Berlusconi (amministratore delegato di Mfe) a quanto pubblicato da Dagospia. “Pier Silvio ha avuto parole carine nei miei confronti, quando era piccolo io ero sempre ad Arcore, con lui e Marina ci si vedeva. C’era un rapporto di simpatia con loro”, ha detto ricordando si essere stato per 4 anni assistente diretto di Silvio Berlusconi e poi per 10 anni tra Mondadori e Publitalia . “Pier Silvio aa detto di aver letto questa cosa fantasiosa e spericolata: è giusto, ha ragione, concordo. ‘Oltretutto, ha aggiunto, non è possibile e semmai saremo noi che ci mangeremmo Rcs’. Dal suo punto di vista, per carità…”. “Poi – ha proseguito Cairo dicendo di parlare di un caso ‘di scuola’ – ho voluto fare un piccolo controllo è ho visto che per le leggi italiane esistenti in realtà non è possibile per Mediaset scalare Rcs, ma lo è per Rcs scalare Mediaset. Io non ci ho pensato mai nemmeno per un secondo, ma la verità è questa. E’ una cosa simpatica che dico così… Mi piacerebbe incontrare il mio amico Pier Silvio dopo anni, ma non certo per parlare di questo”

Redazione

Autore