Una gogna durata sette anni, ieri la seconda assoluzione in secondo grado: per l’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti, finisce un incubo.
Uggetti era tra gli imputati a Milano nel processo d’Appello bis per una turbativa d’asta relativa ad una gara di gestione delle piscine scoperte, è stato assolto in quanto non punibile per la particolare tenuità del fatto.
Nle 2016, l’ex primo cittadino era stato arrestato e posto in carcere per 10 giorni a seguito di una inchiesta della Guardia di Finanza sul bando di gara per l’affidamento delle piscine coperte del Comune di via Ferrabini e Belgiardino, secondo la Procura “manipolato” e assegnato “illecitamente”. La nuova assoluzione in Appello, arriva dopo l’annullamento della Cassazione, che a sua volta era seguita alla condanna a 10 mesi in primo grado.
Nel 2016, però, quando Uggetti fu arrestato, la gogna mediatica si scatenò senza freni. Lo ricorda oggi Claudio Cerasa, direttore de “Il Foglio”, in una serie di tweet, dove elenca e condivide i molti titoli forcaioli dell’epoca. L’arresto di Simone Uggetti fu considerato – da diversi quotidiani di centrodestra, ma non solo – come un simbolo del malaffare renziano, in anni in cui al governo c’era Matteo Renzi.
“Un arresto al giorno leva Renzi di torno“, titolava Libero. “In galera un futuro senatore“, il titolo de il Fatto Quotidiano, corredato dalla vignetta col volto di Renzi: “Più ti Lodi più ti imbrodi“. Il solitamente compassato Corsera titolava: “La giustizia agita il Pd“. Su il Giornale si leggeva: “In manette il sindaco di Lodi. Altri guai per il Pd“. E così via, di quotidiano in quotidiano. Una gogna, insomma.
Il Foglio, già all’epoca, si chiedeva: “I Pm resisteranno alla tentazione di sentirsi investiti di un mandato politico?“. Una domanda, tuttora, rimasta senza risposta.
