Fermata per omicidio. È il provvedimento adottato dal sostituto procuratore della procura di Perugia, Manuela Comodi, nei confronti della 44enne ungherese madre del bambino di due anni che lei stessa aveva portato ormai privo di vita in un supermercato di Città delle Pieve.

È la prima svolta nel raccapricciante caso di cronaca che ha sconvolto l’Umbria, e non solo. Come ricostruito anche dalle prime testimonianze fornite da clienti e dipendenti del supermercato Lidl di Po Bandino, frazione di Città della Pieve, la 44enne ungherese venerdì pomeriggio, intorno alle 15:30, è entrata in evidente stato confusionale nel negozio ed ha appoggiato sul nastro trasportatore della cassa il corpo senza vita del piccolo Alex. 

Ai presenti ha chiesto aiuto: all’arrivo dei sanitari il bambino era già morto, col corpo segnato da numerose ferite da arma da taglio in particolare su collo e torace.

I carabinieri delegati alle indagini hanno rivenuto un coltello nella borsa della donna, elemento ora al vaglio degli investigatori coordinati dalla Procura di Perugia per stabilire se si tratti dell’arma del delitto.

Secondo le prime ricostruzioni riportate dall’Ansa, la donna sarebbe entrata nel supermercato col figlio Alex in braccio. Da stabilire dove e come sia stata provocata la ferita al piccolo. “Quello che è’ certo – ha detto il sindaco Fausto Risini – è che si tratta di una grande tragedia accaduta in un centro piccolo e tranquillo, ora sconvolto”.

Non è ancora chiaro se il piccolo, due anni circa, fosse già morto quando la donna lo ha portato nel supermercato. Nei pressi del supermercato è stato anche ritrovato un passeggino con alcune tracce di sangue: i carabinieri lo hanno trovato in un casolare di fronte il negozio, dove è stato rinvenuto anche un fasciatoio portatile insanguinato e delle macchie sul muro.

Alex e la madre vivevano in una casa famiglia a Chiusi, mentre il padre è in Ungheria. Proprio a Chiusi la donna era stata fermata per controlli: il bambino, in macchina, era ancora vivo.

La 44enne non avrebbe fatto ammissioni su quanto successo agli inquirenti. Il suo racconto è stato in realtà contraddittorio: in una prima occasione ha detto di aver visto uccidere il bambino, poi che lo aveva trovato accoltellato. Una difesa che la procura ha trovato poco convincente. 

Redazione

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