Una campagna elettorale fatta tra i tendoni dell’Oktoberfest, giunta alla sua 188esima edizione, e un autunno caldo: caldo per via delle temperature alte, a causa degli effetti del “climate change”, ma anche per via dell’inflazione e del rallentamento dell’economia. Per dirne una, a Monaco un boccale di birra è arrivato a costare ben 15 euro. Non solo: negli ultimi anni la Baviera ha visto aumentare tutti i prezzi, dall’immobiliare ai beni e servizi di necessità quotidiana. È una delle regioni più ricche della Germania e con ottime promesse di sviluppo economico, è qui che potrebbero nascere le start up del settore aerospaziale per far concorrenza a Elon Musk. Si votava in questo quadro sociale alle regionali in Baviera e in Assia, due “land” tedeschi che fanno da termometro politico in Germania, perché valgono un terzo della popolazione tedesca.

Per il cancelliere Scholz e tutta la sua coalizione una pesante sconfitta e le conseguenze di questa tornata elettorale non sono elementi da ignorare, tutt’altro. La Spd, forza politica socialdemocratica del cancelliere, scende all’8,4% in Baviera. Complessivamente, i tre partiti al governo a Berlino (SPD, Verdi e liberali di FDP) perdono il 6,6% in Baviera e addirittura il 13,2% in Assia, un quarto dei voti ricevuti nel 2018. La Cdu, il movimento cristiano democratico che storicamente si presenta in Baviera come Csu, vince a man bassa in entrambe le regioni, mantenendo la maggioranza storica nel Land di Monaco e con un +8% in Assia, recuperando quanto aveva perso nel 2018. Si attesta con forza anche l’Afd, il partito di ultradestra che sta prendendo sempre più piede e che spinge tesi antidemocratiche nel Paese. Infatti, l’Afd ha guadagnato il 5,1% rispetto all’ultima tornata elettorale, raggiungendo quota 15,3%.

Il successo dell’Afd è un segnale forte ed è possibile che prossime tornate elettorali la portino al governo in altri “Länder”: sono riusciti infatti ad allargare la base del loro elettorato tradizionale, intercettando molti votanti insoddisfatti. In Baviera, invece, forte affermazione di un movimento centrista nato dal basso, i “liberi elettori” (Freie Wähler), parte a Bruxelles di Renew Europe e del Partito Democratico Europeo: già al governo nella precedente legislatura, nel voto di domenica sono arrivati secondi, sfiorando il 16%. Vanno male infine i liberali dell’Fdp, che hanno il colore giallo nella coalizione Semaforo nel governo nazionale. In questa tornata elettorale, i liberali rischiano di non entrare nel Parlamento di entrambe le regioni e questa non è una bella notizia: se non dovessero riuscire a riprendersi da questa batosta elettorale, corrono il rischio di scomparire alle prossime elezioni politiche del 2025.

Delusione quindi per gli esponenti dell’Spd, che si aspettavano qualcosa in più nonostante la Baviera non sia mai stata una loro roccaforte elettorale. Ciò dimostra un crescente malcontento verso l’operato del governo nazionale, guidato da Scholz e confermato anche dai sondaggi che da diversi mesi danno costantemente l’SPD come terzo partito, sotto l’estrema destra dell’AfD. L’economia tedesca non sta brillando e dallo scorso maggio é entrata in recessione tecnica, inaugurando un periodo di crisi che non piace ai tedeschi, abituati a ben altri andamenti.
Il risultato delle regionali lancia una nuova sfida per le politiche del 2025: i cristiano–democratici della Cdu/Csu partono da grandi favoriti. La loro scelta di non scendere a compromessi con la destra estrema dell’AfD ha creato loro qualche problema nei territori, ma pare stia pagando elettoralmente. E soprattutto è partita la scalata di Markus Söder, attuale presidente della Baviera, verso il palcoscenico della politica nazionale.

Per Scholz si apre una fase delicata e di riflessione sulle politiche di governo finora attuate. Cambierà l’agenda politica del governo sulla base di questo risultato elettorale? Riuscirà a riprendere i delusi in vista delle politiche del 2025? Le scelte vanno fatte con chiarezza e in poco tempo: la scadenza delle elezioni del Giugno 2024 è vicina anche per la politica tedesca e quella sarà un’altra occasione per capire come si sta muovendo il quadro politico nazionale. Un altro passo falso potrebbe compromettere gli scenari di governo, spingendo ulteriormente i partiti di estrema destra a crescere nei consensi.

Giovanni Siragusa

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