Nel “Si&No” del Riformista spazio alla discussione sull’assoluzione di Claudio Foti, psicoterapeuta che, negli anni, è stato accusato di essere una sorta di “mostro di Bibbiano”: giunta l’assoluzione, è giusto riabilitare Foti oppure no? Favorevole alla riabilitazione l’avvocato che ne ha seguito il caso, Luca Bauccio. Contrario invece Michele Barcaiuolo, senatore di FdI.
Qui di seguito il pensiero di Luca Bauccio.
Sono l’avvocato del Dr. Claudio Foti, il noto mostro di Bibbiano.
Due giorni fa il mostro è stato licenziato dalla Corte d’appello di Bologna e riconsegnato alla sua dignità di uomo e di professionista perbene. Mi aspettavo che la sentenza di assoluzione bastasse per ritenere chiusa una pagina infame della politica italiana. Sono ingenuo, lo ammetto.
La risposta alla sentenza di assoluzione è stata peggio dell’accusa. Sono arrivati insulti e moniti iettatori, persino a voi de il Riformista che – rarità – avete chiesto conto della squallida gogna: ignoranti, incompetenti, non viaggiate, non sapete nulla, non è finita qui, le indagini vanno avanti, vedrete, si sta ancora indagando. Così hanno parlato le celebrità del web e dei podcast.
In queste ore di sbalordita incredulità ho persino letto un post su Twitter con la foto di quattro lapidi di due uomini e due donne morti suicidi e il nome di Claudio Foti associato sotto: i morti, informa il noto “necro-influencer” che lo ha creato, sarebbero stati procurati proprio da lui, l’assolto, Claudio Foti.
Il monito è chiaro: non fidatevi della giustizia, meglio i giustizieri, meglio loro, i premi Pulitzer della calunnia, del fine accusa mai. Costoro ci stanno spiegando da due giorni che la sentenza di assoluzione di Claudio Foti non è proprio una assoluzione piena, che il processo continua a carico di altri coimputati, che non è finita qui, che c’è la Cassazione – chissà che si aspettano – che Foti non va chiamato per nome, perché egli è “quel signore”, che un colpevole è per sempre, o almeno fin quando l’influencer boia e il giornale patibolo non decideranno che sia arrivato il momento di finire lo sventurato, o graziarlo nel dimenticatoio.
Insomma, come Dio, anche Bibbiano c’è. Della verità, dei fatti, della logica nessuna traccia. Perché si dovrebbe credere al fatto che loro ne sappiano più dei giudici? Più degli avvocati? Più dello stesso imputato? Claudio Foti era stato condannato con l’accusa di aver provocato due gravissimi disturbi psichici a una paziente minorenne ma i disturbi, dice la scienza, non potevano essere causati dalla sua terapia perché c’erano da prima che essa iniziasse e perché le cause di quei disturbi si manifestano nei primi 6 anni di vita e solo con il ricorrere di determinate condizioni patologiche, non quando hai 16 anni e fai la terapia! Ci sono fiumi di studi, tutti prodotti nel processo in appello, documentati, certificati, spiegati, verificati, motivati.
Claudio Foti è stato accusato di aver portato la paziente ad assumere sostanze stupefacenti: ma la paziente le assumeva da due anni prima che incontrasse Claudio Foti. Claudio Foti è stato accusato di aver messo padre e figlia l’una contro l’altro: ma la figlia non vedeva il padre già da anni prima che incontrasse Foti e il Tribunale per i minori aveva pure sospeso al padre la potestà genitoriale. E i disturbi come sono stati diagnosticati? Dopo un’ora di colloquio con una psicologa, senza test, senza approfondimenti, senza domande, senza altri incontri. Eppure i manuali di psicologia forense li prescrivevano, inderogabilmente. Nulla. Nella consulenza psicologica non era spiegata neppure in che cosa consistessero quei disturbi diagnosticati, che definizione avessero e sulla base di quale legge scientifica causale fossero stati attribuiti alla terapia di Claudio Foti. L’elenco delle incongruenze è fin troppo lungo. Nel processo sono state tutte elencate, documentate, confutate. Ogni pezzo dell’inchiesta è stato smontato, ogni affermazione smentita, ogni stereotipo accusatorio svelato.
La Corte d’appello ha ascoltato, verificato, e infine ha assolto l’imputato perché sulla base del diritto è stato stabilito che era innocente. Udita la sentenza però, i sacerdoti delle manette si sono scagliati sull’innocente con una furia impensabile. Giustizialisti con gli innocenti e garantisti con i colpevoli, costoro riconoscono solo il loro tribunale e la loro giustizia, che accordano e regalano a chi pare a loro.
E i politici che promettevano di andare via per ultimi da Bibbiano? Hanno gridato, fatto sceneggiate, insultato, perseguitato, scatenato la caccia all’uomo raccogliendo a piene mani il profitto della loro gogna, e poi sono spariti, primi tra gli ultimi. Costoro, fuggiaschi con viltà, l’unica cosa che potevano fare non l’hanno fatta: chiedere scusa per il dolore che hanno dato, per le famiglie che hanno afflitto, per le carriere che hanno distrutto. Claudio Foti, che piaccia o no, è stato assolto: era ed è innocente.
Bibbiano è stata una leggenda infame che alla fine si è ritorta contro chi l’ha inventata. Bibbiano non c’è, non c’è mai stata. Bene, adesso come avvocato di Claudio Foti e come cittadino chiedo a costoro solo una cosa: parlateci di voi, voi che avete accusato e aizzato a lanciare le pietre contro l’innocente, adesso, parlateci di come fate a non vergognarvi? Come fate a ignorare il male che avete fatto?
