BLOG

Allergia alla concorrenza

Allergia alla concorrenza

“Concorrenza”, in Italia, è una parolaccia e “liberalizzazioni” è addirittura una bestemmia. Sono due parole che generano un sentimento di paura. Ci fanno sentire subito inadeguati, scoperti, come acrobati che volteggiano su un trapezio senza rete. Saremo in grado di stare al passo con la concorrenza? È la domanda che ci poniamo segretamente. Il monopolio in fondo ci rassicura, anche se non tutti sono disposti ad ammetterlo.

Non si tratta di auspicare una concorrenza sfrenata e senza regole, ma di essere consapevoli che le mancate liberalizzazioni italiane hanno un costo, che si riversa direttamente sul cittadino oppure sullo Stato – quindi sul cittadino – costretto a iniettare risorse per tenere in piedi settori che non riescono a camminare sulle proprie gambe.

Abbiamo affrontato questo tema con Roberto Calise, responsabile delle relazioni istituzionali di Flixbus Italia per la video-rubrica di Telos A&S Lobby Non Olet. Calise ha raccontato la reazione del mercato del trasporto su pullman italiano all’ingresso di Flixbus: “è stato un grande scossone. Gli altri operatori non hanno accolto in maniera positiva il passaggio da un regime concessorio a un regime autorizzativo, previsto fra l’altro da normative europee. Banalmente non erano pronti e, quindi, invece di cercare di vincere la concorrenza nel mercato, hanno cercato di vincere fuori dal mercato, attraverso azioni di lobbying. Il buon senso ha prevalso e oggi, in questo settore, c’è una competizione sana e molto diffusa.”

Nel 1845, nello scritto “Sophismes économiques”, lo studioso francese Frédéric Bastiat elabora un’ironica petizione firmata dai fabbricanti di candele e rivolta alla Camera dei Deputati. La richiesta è di annientare un “operatore del settore” colpevole di concorrenza sleale: “Questo rivale, che non è altro che il sole, ci sta facendo guerra impietosamente. […] Vi chiediamo pertanto di essere così gentili da approvare una legge che richieda la chiusura di tutte le finestre, abbaini, lucernari, persiane interne ed esterne, tende, intelaiature, oblò, finestrelle, veneziane – in breve: ogni apertura, buco, fessura, fenditura attraverso cui la luce solare è solita entrare nelle case, a scapito delle oneste industrie con cui, e lo diciamo con orgoglio, abbiamo alimentato l’intero paese, un paese che oggi non può, senza tradire una certa ingratitudine, abbandonarci ad una battaglia tanto ineguale”.

L’allergia alla concorrenza potrebbe far vincere le candele, a scapito del sole o della luce elettrica. Non è una provocazione così lontana dalla realtà.