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Cacciari, Weber e il compito del Politico

Direttore d'orchestra
Tre Domande per il Prof. Massimo Cacciari

Ho finito di leggere “Il lavoro dello spirito” di Massimo Cacciari. Un testo ricchissimo di spunti che si interroga sulla promessa che la scienza ha fatto, fin dal suo apparire, di imprimere un progresso infinito alla società con la offerta di un mondo illimitato di possibilità. Cerco di tratteggiare brevemente l’excursus logico di Cacciari.

1- La scienza si propone come “missione infinita” per un miglioramento infinito delle possibilità dell’uomo.
2- Essa quindi deve mettere in pratica una rivoluzione permanente.
3- Quindi il suo lavoro deve essere assolutamente libero, non soggetto ad alcuna autorità, pena l’impossibilità di questa rivoluzione permanente.
4- La borghesia, in effetti, ha iniziato la sua affermazione nel mondo sotto la bandiera della “libertà” (“liberté, fraternité, égalité”).
5- La borghesia ha però in seguito tradito l’ideale della libertà subordinando tutto il mondo alla sua volontà di dominio e di profitto economico.
6- L’idea del miglioramento infinito si é tradotta, nel capitalismo, a indefinito aumento della ricchezza materiale del capitalista.
7- Il fine del capitalismo non é più la produzione indefinita di merci, ma produzione del loro incessante consumo, al fine di creare incessantemente denaro dal denaro.
8- Il lavoro spirituale é, in conseguenza della legge borghese, imbrigliato nella rete dei contratti. Il contratto é la dimensione suprema del diritto moderno, dove l’idea del bene é subordinata per la natura stessa del contratto all’interesse privato.
9- Il lavoro spirituale, cioè il lavoro intellettuale dello scienziato, per poter progredire non vuole però ubbidire ad una autorità superiore, é “superiorem non recognens”.
10- Nasce qui la necessità di affiancare al lavoro scientifico il lavoro spiriturale del Politico, proprio per dare uno sfogo alla necessità di libertà che agita ciascuno.
11- Questa mancanza forzata di libertà del lavoro sottomesso alla sfera economica, genera profonda frustrazione, risentimento, odio, verso le stesse istituzioni e verso la classe dei politici.
12- Il politico, per preservare il sistema, é forzato a rispondere alla istanza di libertà rappresentando l’idea della totale liberazione da ogni lavoro comandato nel futuro del sistema capitalistico.
13- L’autorità politica ha quindi necessità di imporsi promettendo un futuro di libertà recuperando la dimensione religiosa (Kierkegaard), attraverso una “cristiana fratellanza” dimensione nella quale si attuerà la piena uguaglianza insieme alla piena libertà.
14- Il paradosso é che con la Riforma, nel 500, cioè con l’affermazione dell’ideologia borghese, tutto appariva religioso, ed era invece politico, oggi tutto appare politico ed é invece religioso.
15-  L’origine della natura libera del lavoro intellettuale é presente in Fichte, con la nozione che il mondo non é altro che un prodotto dell’Io, e che l’uomo ha il dovere di liberare il proprio cammino verso il Fine, attuare la divinità della propria natura.
16- Il supremo dovere per Fichte é compiersi nel Sistema della Libertà.
17- Nietzsche si contrappone a questa idea, e sostiene che l’idea che la scienza possa compiersi in un Sistema di Libertà é pura illusione.
18- Weber opera il disincantamento e afferma che la scienza non può che occuparsi di singole specializzazioni scientifiche, di singole specializzazioni professionali, e non può porsi alcuna domanda sui fini e sui valori.
19- Il sistema dei valori, per Weber, deve essere affrontato dalla politica.
20- Il politico deve entrate nell’agone e assumere le parti di uno degli dei in campo ed esser pronto a subire le conseguenze delle sue scelte.
21- Tra scienza e politica si determina un conflitto, che per Hegel é conflitto tra coscienza agente e coscienza giudicante: la coscienza giudicante vorrebbe tradurre in realtà il proprio inetto parlare, la coscienza agente considera ogni discorso totalmente inutile.
22- Per Hegel questo conflitto viene superato dal “si afratellante”
23- Per Weber il conflitto viene superato attraverso la rinuncia: lo scienziato deve rinunciare al sistema della Libertà, il politico deve rinunciare al fondamento razionale dei valori per cui combatte.
24- Alexander Schwab riafferma invece l’ideale di Hegel, ritiene la professione specialistica un mostro che risucchia ogni energia, essa deve venire educata e liberata dalla idolatria dello specialismo, ci deve essere un “affratellante si” tra Kultur e potenza tecnico scientifica.
25- Questa é la stessa posizione dell’ultimo Goethe, di Thomas Mann, di Walter Rathenau e in parte di Benedetto Croce, l’idea grande borghese della possibile convivenza tra cultura e sfruttamento capitalistico, tra vita e intelletto.
26- Per Weber tutto ciò é impossibile, la scienza, cioé l’intelletto, é estranea al mondo dei valori, si é specializzata e ha bisogno di un contraltare professionale nella sfera politica.
27- Lo scienziato, per Weber, ha l’assoluta responsabilità verso l’oggetto studiato. il politico ha l’assoluta responsabilità verso la comunita degli Io da lui amministrata.
28- Il politico per Weber deve interiorizzare lo stesso destino di razionalizzazione dello scienziato.
29- Il politico senza professione, privo di competenze, senza organizzazione, é destinato ad essere dominato dalle potenze tecnico-scientifico-economiche.
30-Un politico siffatto diventa pura volontà di impotenza.
31- Il politico deve contornarsi di una buona burocrazia, frutto di una buona Bildung: imparzialità, probità, osservanza della legge, benignità, competenza.
32– Se il politico assume i tratti del profeta o del demagogo asservirà ai propri sogni la libertas philosophandi dello scienziato, e ciò ne arresterà la energia creatrice.
33- Ciò portera allo stesso suicidio del politico
34– Il Politico tanto più é efficace e valido quanto più facilita la libera impresa tecnico scientifica
35- Il campo comune dove il lavoro scientifico e il lavoro politico si possono incontrare é nel concetto di responsabilità.
36- Il politico deve assumere una responsabilità globale, egli risponde per tutte le conseguenze dei propri progetti. Egli come lo scienziato, deve calcolare, misurare, analizzare, ma rimarrà sempre un fondo non razionalizzabile delle sue scelte, egli porrà se stesso come garanzia di queste e ne assumerà personalmente le conseguenze.
37- Egli sarà sempre il solo colpevole della componente irrazionale espressa dal suo agire.
38- Essenza del politico é la sua responsabilità, non così totale per lo scienziato, che può mettere tra parentesi la responsabilità nel suo libero sperimentare.
39- Ma solo sul terreno della responsabilità vi é la mediazione tra lavoro intellettuale e politico.
40- Sia scienza che politica rinunciano a pretesa salvifica e connotazione teleologica della propria attività e si incontrano sul terreno della responsabilità. Disincanto e responsabilità, i valori moderni per Weber.
41- Il politico deve saper mediare tra le sue convinzioni, che in quanto politico deve avere, e la responsabilità; deve saper unire l’etica della convinzione con l’etica della responsabilità.
42- Lo scienziato deve combattere il politico che trascende l’etica della responsabilità nel pathos della pura convinzione.
43- Nelle derive autoritarie la scienza si chiude in se stessa e il politico insegue la sua volontà di potenza in senso demagogico.
44- Democrazia é solo garantita dal giusto rapporto tra le potenze dei mondi scientifico professionali e le potenze politiche.
45- E’ necessaria una grande alleanza tra politica e lavoro intellettuale per sottrarsi all’egemonia del tecnico economico
46- Il progetto é la liberazione del lavoro comandato dalla schiavitù della logica capitalistica.
47- La globalizzazione ha portato all’indebolimento del politico, alla sua corruzione e a quella dei suoi apparati, facilitando l’affermarsi del capitalismo come religione.
48- Il sovranismo non é altro che la dimensione ideologica del mondo capitalistico e della sua dimensione religiosa.Sottoscrivo quanto dicono Cacciari e Weber, e a coloro che vivono nell’attesa di nuovi profeti e nuovi redentori rispondiamo come si legge nell’oracolo di Isaia: “Una voce chiama da Seir in Edom: Sentinella! quanto durerà ancora la notte? E la sentinella risponde: Verrà il mattino, ma è ancor notte. Se volete domandare tornate un’altra volta.”