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Fate presto! Lettera al Presidente Mattarella

Esperto in comunicazione
Oggi ricordiamo l’immane tragedia del terremoto dell’Irpinia. Non ho vissuto quei drammatici giorni perché sono nato nel 1985, ho il racconto di mio padre che all’epoca aveva 20 anni. Noi abitiamo a San Marco Argentano, un piccolo borgo in provincia di Cosenza, una discreta distanza dai luoghi del sisma che, però, arrivò anche qui. Mio padre più volte mi ha parlato della paura e del fatto che un paese intero si radunò al campo sportivo.
C’è una prima pagina di giornale che ha fatto la storia, è quella de Il Mattino che titolava: “Fate presto”. Un titolo che tornerà qualche anno dopo per un’altra emergenza, quella economica, che ha segnato in modo profondo la mia generazione.
Noi che siamo nati a metà degli anni ’80 siamo stati davvero sfortunati. Finiti gli studi prima la crisi economica, ora questa del Coronavirus, ma non perdiamo la speranza e guardiamo al futuro con fiducia.
Quella fiducia che riponiamo in Lei, Presidente Mattarella. È una guida preziosa per l’Italia, è un punto di riferimento fondamentale per l’Europa intera.
Caro Presidente, Le scrivo perché credo che quel “Fate Presto” sia attuale oggi come 40 anni fa. Questo grido di aiuto arriva dalla Calabria che è una zona rossa, ma che non ha un commissario alla sanità.
È una situazione incredibile, la politica è ferma, il tempo passa, la pandemia non allenta la presa e, intanto, la parte jonica è stata colpita dall’alluvione.
Caro Presidente mi rivolgo a Lei con la speranza che possa fare qualcosa per dare uno scossone a una situazione che la Calabria non merita.
Uno scossone simile a quello dato dal Presidente Sandro Pertini dopo il terremoto dell’Irpinia.
Con fiducia.
Antonio Modaffari