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La Shoah sembra lontana, ma il suo seme è ancora intorno a noi

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La Shoah sembra lontana, ma il suo seme è ancora intorno a noi

Immaginate di vivere tranquilli nelle vostre case, con la vostra famiglia, senza fare del male a nessuno.
Immaginate che improvvisamente, per un motivo assurdo (la vostra religione, il partito a cui appartenete, il vostro orientamento sessuale o il vostro colore della pelle) chi ci governa dica che voi non siete uguali agli altri.
Immaginate che arrivino degli uomini a distruggervi casa, a prendere voi, i vostri genitori e i vostri figli per portarvi in delle prigioni.
Prigioni sporche, fredde, dove vi costringono a lavori massacranti, senza riposo, senza acqua, senza cibo.
Immaginate che, dopo un po’, quelle stesse persone si prendano i vostri figli e non ve li facciano più vedere: bimbi grandi, piccoli, piccolissimi.
Immaginate le loro urla, la loro disperazione.
E la vostra.
Immaginate che quegli uomini incomincino a torturare voi e loro, usandoli come cavie umane per esperimenti medici.
Immaginate che poi decidano di uccidervi tutti, senza pietà.

Ce la fate ad immaginare tutto questo senza provare una fitta allo stomaco ed un nodo in gola?
Io no.
Eppure non dobbiamo immaginarlo, perché questo è successo davvero.
Nel mondo in cui viviamo, non molto tempo fa.

Per colpa di un pazzo assassino di nome Hitler e con la complicità del dittatore fascista Mussolini, milioni di persone (uomini, donne, bambini) hanno perso la vita nei campi di concentramento.

Oggi, 27 Gennaio, ricordiamo quelle vite, tutte.
Dal neonato all’anziano, morti per mano dell’orrore più grande.

Li ricordiamo non per convenzione, ma affinché la nostra coscienza sia sempre vigile.
Affinché quello che è stato non avvenga mai più.

Perciò amici, diffidate di chi predica odio, violenza, razzismo. Di chi parte con il dire “prima” qualcuno di qualcun altro.
Diffidate di chi discrimina, umilia, ghettizza.
Diffidate di chi si ispira ad un passato vergognoso e criminale.
Diffidate di chi cerca di “riabilitare” figure che andrebbero solamente condannate.

Sono loro a portare, dentro, il seme di tutto quell’errore.

Primo Levi diceva: “Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi, è nell’aria. La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia”.

Ecco, viviamo ogni giorno per sconfiggere quell’infezione.
Per noi stessi, ma soprattutto per il mondo che lasceremo ai nostri figli.