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L’essere e il nulla: bisogna rifare l’opposizione

Giornalista e Docente
L’essere e il nulla: bisogna rifare l’opposizione

Se dovessi descrivere la situazione con un hashtag, sarebbe #epicfail, ovvero, in parole povere, un insuccesso che però non giunge del tutto inaspettato. C’è una certa consequenzialità, infatti, nel crollo del “cosiddetto” centrosinistra nella recente tornata elettorale delle amministrative, motivo per cui mi ha sorpreso leggere l’attributo “surreale” utilizzato in molte analisi e retroscena non fosse altro che il Pd surreale lo era anche ieri e (forse) l’altro ieri.  Di fronte ad una proposta più conservatrice che realmente riformista, un potenziale elettore dell’area dem-riformista, per esempio, di Ancona, Pisa, Siena o anche Massa e Brindisi si sarà chiesto prima di recarsi al seggio “cosa mi ha proposto Elly Schlein sui rifiuti, sulla transizione ambientale pragmatica, sui trasporti locali, sulle strade, i ponti, i servizi per la famiglia e gli asili nido?” 

La risposta è nulla. E pensare che, curiosamente, il nulla in filosofia ha i crismi della speculazione mentre in politica si paga a caro prezzo

Questa sconfitta mette in luce sicuramente un cortocircuito narrativo: per settimane si è parlato di un governo distante dal paese, latore di sciagure imminenti, di inesistenti pericoli eversivi “neri”, di cavallette pronte a distruggere il paese.  Una scelta di opposizione di questo tipo si è rivelata un trappolone astutamente orchestrato dalla destra per distrarre l’attenzione dai veri problemi, dalle questioni di sostanza che riguardano il governo; temi a cui il PD, (figuriamoci i Cinque Stelle) non ha fatto attenzione tutto preso dai massimi cosmogonici sistemi. 

Se dovessimo stare sul filosofico, dalle parti del Pd dovrebbero ripassare Parmenide per cui l’essere è, e il non-essere non è.  E se lo decliniamo politicamente nell’oggi si conviene su un punto: se il fascismo non c’è, allora a cosa ti opponi?  Ciò detto, per un partito a forte natura governista sarebbe stato più utile mostrare ad un centrodestra asciutto e povero di visione come si governa insistendo su contro-proposte precise, puntuali, schedulate, pragmatiche e centrate. 

Invece, si è optato per l’ideologia attraverso chiacchiere astratte, ghirigori incomprensibili colme, appunto, di surrealismo stordente: per questi motivi, non posso biasimare un elettore di centrosinistra che vota sì in base al mood del momento ma non intende lasciarsi offuscare la mente da chi è già offuscato di suo, pensando a Pd e Cinquestelle. 

Pochi giorni fa in occasione del festival della tv e dei nuovi media, Enrico Mentana (direttore del tgla7) ci ha suggerito di andare al cuore della crisi politica soprattutto dentro l’area che identifichiamo con il centrosinistra ovvero il guardare – con coraggio – al futuro, a scenari che affrontino una visione progressiva e progressista, le polarità su cui una sinistra dovrebbe muoversi.

“…che cosa ci propone oggi la destra? niente di futuro

… e cosa dicono a sinistra sul futuro? oggi niente

e attenzione che col niente contrapposto a niente … poi puntare al massimo allo zero!

Piuttosto che aprirsi a una vasta gamma di temi su cui sfidare l’esecutivo, come il crollo del welfare sanitario, il PNRR bloccato e l’istruzione in declino sia sociale che progettuale, PD e Cinque Stelle hanno optato per darsi solamente un tono dimenticando  il monito della sapienza antica: “Lo stolto è dissipatore e «dilapida tutto» (Pr 21,20), non comprende nulla del suo stare al mondo perché «ha occhi ma non vede, ha orecchi ma non ode» (Ger 5,21), la sua vita gira a vuoto, si perde, «non sa neppure andare in città» (Qo 10,15).