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Lobbisti e 5G

Roberto Basso WindTre

Una delle sigle magiche della contemporaneità è 5G, la quinta generazione delle telecomunicazioni. Dietro all’esoterismo della lettera associata al numero si cela una tecnologia che renderà molto più facile e veloce la comunicazione tra le persone e tra gli oggetti.

Si parla infatti di Iot, altro acronimo magico, che sta semplicemente per Internet of things, cioè Internet delle cose: degli elettrodomestici, degli orologi, dei semafori, delle auto e così via. Il 5G permetterà alle cose di comunicare con maggiore velocità e di collegare tra loro sempre più cose.

Non mancano le polemiche. Si teme che questa nuova tecnologia comporti rischi per la salute, ma non ci sono evidenze in questo senso. Tra le tante bufale diffuse dai cospirazionisti c’è quella che accusa il 5G di essere la causa della pandemia da Covid 19. Gli scienziati chiamati a rispondere, hanno definito queste teorie “fesserie biologicamente impossibili”.

Complottismi a parte, abbiamo parlato del 5G con Roberto Basso, Direttore delle Relazioni esterne e della Sostenibilità di Wind Tre, per la rubrica Lobby Non Olet di Telos A&S. “Grazie al 5G le imprese potranno raggiungere un alto grado di automazione, potranno beneficiare fortemente del paradigma Industry 4.0 e aumentare la propria produttività e, di conseguenza, la propria competitività”.

In questo scenario, entra in gioco il ruolo del lobbista, che ha il compito di sensibilizzare il decisore pubblico sull’importanza della partita e sugli investimenti necessari per non restare indietro in questa rivoluzione delle telecomunicazioni. La realizzazione delle infrastrutture è prevista dal PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma le aziende del settore stanno vivendo un momento critico: “Il ruolo del lobbista, in questa fase, è soprattutto di rendere il policy maker consapevole di una situazione. Dieci anni fa l’industria delle telecomunicazioni era molto ricca. E l’idea che ancora oggi hanno i legislatori, i tecnici, i politici è che si possa mungere questa industria, che si possa ancora utilizzare questa industria come una cash cow. Non è più così”.

Tra i compiti dei lobbisti c’è anche quello di mettere un comunicazione gli interessi del settore privato con i decisori pubblici. E, per fare questo, non c’è bisogno del 5G. Basta ascoltarsi reciprocamente.