L’innalzamento repentino e corposo dei prezzi del gas (da 20 Eur/MWh a oltre 150 in pochi mesi) e di conseguenza quello dell’energia elettrica (PUN da 50 eur/MWh a 150 e oltre) sta risultando un salasso per le famiglie italiane, ma altrettanto per le grandi filiere industriali e manifatturiere del nostro paese. L’Italia è la seconda manifattura europea, ma l’impatto devastante dei prezzi della filiera energetica potrebbe spodestarla dal secondo posto a favore della Francia, dove l’energia nucleare (oltre il 35% del mix energetico francese) aiuta non poco a calmierare i prezzi. Insomma, oggi siamo in una situazione emergenziale che nasce molti anni fa e della quale si parla sempre troppo poco e quando si comincia a scriverne e parlare, è perché si è già in fase più che critica. Sono moltissime le piccole, medie e grandi imprese italiane che rischiano addirittura di interrompere la loro produzione a causa dell’innalzamento dei prezzi energetici, un disastro annunciato, preoccupante soprattutto in una fase di forte ripresa economica come quella che stiamo vivendo con il governo Draghi.
Ricordiamo che le bollette sono costituite da un prezzo per un volume. In attesa che i prezzi si calmino (ma difficilmente torneranno allineati a quelli del 2020) e con il supporto di soluzioni tampone per chi è più in difficoltà (miliardi già stanziati dal governo), è evidente che risulti necessario correre con interventi che riducano drasticamente i volumi. E qui entra in gioco l’efficienza energetica. Efficienza energetica che è ben diversa dal risparmio energetico (ovvero le attenzioni a non sprecare energia in casa così come nell’industria, nel terziario etc etc). Efficienza energetica significa implementare tecnicamente sistemi più efficienti, a più alto rendimento. Esempi di efficientamento energetico molto semplici sono ad esempio gli interventi di relamping, ovvero il cambio del sistema di illuminazione con uno più moderno, efficiente e a basso consumo. L’efficienza è il rapporto tra l’energia prodotta e quella che serve per produrla. Più questo valore è alto, più il sistema è efficiente. Altri sistemi di efficientamento ben più impattanti sono gli impianti di generazione energia elettrica e termica chiamati “di cogenerazione” (risparmi energetici di oltre il 30% su base annua). Si tratta di motori endotermici che con lo stesso flusso di gas metano in ingresso possono produrre energia elettrica e termica con rendimenti ben oltre il 40% (rispetto al prelievo da rete che si attesta sotto il 30%) e permettono anche di vendere l’energia prodotta eccedente a mercato con vantaggi per il cliente finale e maggior quantità di energia in rete ad alta efficienza. Sono sistemi efficienti anche i rinnovabilissimi fotovoltaici, soprattutto se su tetto e disegnati per l’autoconsumo della fabbrica sottostante. Attraverso dei contratti a lunga scadenza, chiamati PPA (Power Purchase Agreement) si possono ottenere dei prezzi fissi di energia prodotta esclusivamente da fonti rinnovabili per molti anni, abbattendo di conseguenza la volatilità del mercato.
Nei primi 20 anni di questo secolo, gli interventi di efficientamento energetico (finanziati e incentivati dai governi) hanno permesso una riduzione dei consumi a parità di produzione di circa il 12% a livello mondiale. Praticamente è come se avessimo risparmiato tutta l’energia di un intero anno dell’intera Europa. Ed è un numero che può solo crescere dato che sono moltissimi i sistemi non ancora efficienti e le tecnologie per renderli tali sono in continua espansione, evoluzione tecnologica e diffusione. Infine, ma non di minor importanza, 12% di minor consumo, se riportata nel singolo paese, significa 12% in meno di dipendenza energetica da paesi stranieri.
Efficienza energetica (includendo ed espandendo le principali fonti rinnovabili), produzione di gas e conseguente stoccaggio in Italia, nucleare di IV generazione, sono il necessario mix sul quale il governo dovrebbe focalizzare le proprie attenzioni ed azioni per affrontare con maggior serenità il periodo, ancora lungo, di transizione energetica, senza pesare su famiglie e imprese che rischiano il collasso per troppi, troppi anni di abbandono di politiche energetiche riformiste nel nostro paese.
© Riproduzione riservata