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Si convive con il diabete, ma non credete ai giornalisti che giocano a fare i divulgatori scientifici – Intervista a Pietro Di Franco

Esperto di politiche energetiche e sviluppo commerciale
Si convive con il diabete, ma non credete ai giornalisti che giocano a fare i divulgatori scientifici – Intervista a Pietro Di Franco

Oggi intervistiamo un amico, Pietro Di Franco (iscritto Italia Viva e Coordinatore lombardo dei Millennials). Pietro, circa dieci anni fa ha scoperto di essere diabetico (Diabete di tipo 1) e nell’intervista ce ne parla mettendo in luce alcuni spunti di grande interesse a partire dalla convivenza con la malattia, all’importanza di non esaltare degli stregoni o presunti tali che tendono a mistificare la scienza medica a riguardo attraverso vere e proprie fake news, fino agli sviluppi tecnologici e innovativi che permettono a Pietro e tanti altri amici, di vivere una vita assolutamente normale. Una giovane voce di speranza e profondità di pensiero.

Pietro, iniziamo dall’inizio, come hai scoperto di essere diabetico?

Era l’estate del 2010 e notavo che qualcosa in me non andava, ma erroneamente giustificavo la cosa definendola una conseguenza del classico sviluppo giovanile. I sintomi che più avrebbero dovuto allarmarmi erano tutti presenti: poliuria (aumento della diuresi), stanchezza costante, polidipsia (aumento della sete), forte perdita di peso e polifagia (fame incontrollata). Una nuova sfida è stata anche il dover gestire i frequenti cali glicemici (ipoglicemia) che si presentano quando le dosi di insulina sono superiori al reale fabbisogno.
La data del 22 agosto del 2010 non la dimenticherò mai. Ho scoperto un nuovo me stesso, io e la mia famiglia siamo stati messi di fronte ad una nuova sfida. Una sfida che sembrava enorme, costituita di ostacoli che vedevamo insormontabili.
I momenti bui iniziali pian piano si trasformarono in consapevolezze.

Qual è il luogo comune peggiore su un diabetico?

Quando si parla di diabete si pensa sempre che i dolci siano solo un lontano miraggio, ma così non è: anche noi spesso, molto più di quanto si immagini, cadiamo in tentazione e questo non rischia di ucciderci come la maggior parte delle persone pensa. Il tutto è regolabile attraverso unità aggiuntive di insulina. Ecco, l’insulina è ormai la mia migliore amica e così dovrebbe essere per tutti i diabetici insulino-dipendenti. È importante che questo concetto sia ben chiaro a tutti, soprattutto a seguito di ultime spiacevoli parentesi che certi “programmi” in tv hanno aperto.

A cosa ti riferisci in particolare?

Qualche settimana fa, Massimo Giletti ha invitato il signor Adriano Panzironi ospite della sua trasmissione “Non è l’arena”, in onda su scala nazionale. Panzironi è un giornalista che si diverte a giocare “al divulgatore scientifico”, salito agli onori della cronaca grazie alla sua dieta Life 120, considerata pericolosissima e antiscientifica da tutti gli esperti del settore.
Il Panzironi è, tra le altre, promotore di una corrente che promette di far guarire tutti i diabetici insulino-dipendenti come me attraverso metodi più che discutibili, compresa la totale interruzione di somministrazioni di insulina, cosa che provocherebbe danni letali al paziente.
Purtroppo ultimamente siamo stati abituati al famoso “1 vale 1”, cosa che non ho mai condiviso e che condanno ancor più quando viene diffuso nell’ambito medico-scientifico. La salute è un bene primario per tutti ed è quindi essenziale che i media e la politica in primis facciano di tutto per contrastare chi come Panzironi lucra sulla salute e si fa portatore di verità infondate dannose per tutti.

Come si sviluppa la quotidianità di un giovane diabetico?

Come quella di un qualsiasi coetaneo, l’unica differenza sta nel dover fare una dose di insulina prima di ogni pasto e nel dover seguire delle semplici regole: seguire una corretta dieta, fatto tra e altre cose di dosi ben definite di carboidrati, e nell’avere uno stile di vita sano (gli sgarri a queste regole sono naturali, ma devono essere ben bilanciati). Lo sport è inoltre un aspetto importantissimo. Per mantenere livelli glicemici nei limiti è essenziale svolgere un’attività sportiva costante. Ma tengo a precisare una cosa: queste due/tre regole non valgono solo per noi diabetici ma dovrebbero essere seguite da tutti. 
Sono regole semplici ma essenziali, utili per convivere tranquillamente con questa patologia. Regole che se non dovessero essere seguite con costanza potrebbero portare a complicazioni anche gravi.

A proposito di scienza, di uno che non vale uno, cosa ci puoi dire dei progressi tecnologici nel campo?

Negli ultimi anni sono stati fatti enormi passi avanti in ambito tecnologico per aiutare la quotidianità dei diabetici: come i microinfusori, apparecchi della grandezza di uno smartphone (o anche più piccoli) che somministra insulina, agendo come un vero e proprio pancreas. 
Uno strumento che ha rivoluzionato la mia vita è il Freestyle Libre prodotto da una nota azienda statunitense del settore, un sensore della grandezza di una moneta da 2Euro da applicare al braccio ogni 14 giorni che permette, grazie ad un filamento di circa 5mm, di misurare i livelli di glucosio nel sangue attraverso la tecnologia NFC (presente in tutti gli smartphone), senza quindi dover fare le classiche punture sul dito per prelevare la goccia di sangue per misurare i livelli di glucosio e avere tutti i miei dati costantemente a portata di mano.

Cosa vuoi dire ad un ragazzo/a diabetico?

Di fare gruppo. Di non pensare di non poter più mangiare il proprio dolce preferito o dover rimanere isolati durante i pranzi di Natale. Di essere i primi divulgatori.
Di non avere paura e di non vederla come una malattia invalidante, ma come un qualcosa con cui convivere tranquillamente. È necessario farci forza e cercare di discuterne insieme, non vergognandosi mai di questa patologia ma condividendo le proprie esperienze e paure con chi ci sta intorno, con la nostra famiglia e i nostri amici, perché questo è un percorso che se fatto in buona compagnia, può dare tanto a tutti.

Grazie davvero, Pietro. La tua testimonianza è certamente molto utile per tante persone che vivono questa condizione, ma che non hanno in nessuna maniera la volontà di considerarla come limitante, tu in fondo ne sei la prova vivente. Pietro sta inoltre cercando di creare una community di giovani diabetici e per chiunque voglia approfondire l’argomento. Chi fosse interessato può scrivergli all’indirizzo mail: pietro.difranco01@yahoo.it o su Instagram (pietrodifranco_).