BLOG

Vittoria più della Schlein che di Conte: il campo sardo paga

Giornalista, comunicatore, fondatore di Velocitamedia.it
Vittoria più della Schlein che di Conte: il campo sardo paga

Più Schlein che Conte. Nonostante Alessandra Todde, prima donna a diventare governatore della Sardegna, ricopra il ruolo di dirigente del Movimento 5 Stelle, il sentire comune dice che la vittoria della scorsa notte appartenga più al segretario del Partito democratico che al presidente dei pentastellati.

“La strategia del campo sardo è più sua che dell’ex presidente del Consiglio”, spiega Livio Gigliuto, presidente esecutivo di Istituto Piepoli. “Anzi, in alcune fasi, Conte pare più subirla che cavalcarla, sembra più avere l’intenzione di smarcarsi che la tentazione di guidarla”.

Ciononostante, il centrosinistra ha portato a casa un punto importante nella disputa. E le ragioni e gli effetti sono diversi. “Questa non credo possa essere definita una vittoria del concetto di coalizione”, afferma Gigliuto. “In Sardegna, per fare un esempio, non c’è mai stata la famosa foto di gruppo. E probabilmente è stato un bene per il centrosinistra: chissà come sarebbe andata se la gente avesse potuto vedere plasticamente la partita Conte-Schlein contro Meloni-Salvini-Tajani. E questo ce lo dice un dato importante: nei voti di lista il centrodestra è nettamente, visto che sfiora il 50%”.

E allora, lasciando stare la sterile motivazione di una “risposta ai manganelli” (“non c’entra nulla”, conferma Gigliuto), perché Truzzu ha perso? “Le ragioni sono due, principalmente. La prima è che sia Solinas che lo stesso Truzzu non sono stati apprezzati e premiati per le loro esperienze di governo (regionale e da sindaco di Cagliari); mentre la seconda è che il centrodestra non ha gestito bene la vicenda del cambio di candidato. Non l’ha gestita bene dal punto di vista strategico, di merito e di comunicazione esterna. Ed è stato punito dagli elettori”. Senza contare che la variabile Soru ha spostato tremila voti che, come in uno sliding doors al sapore di mirto, avrebbero potuto premiare sia l’uno che l’altro schieramento.

I risultati però dicono anche altro, e in questo caso forse lo confermano. I voti di FdI sono probabilmente i voti di Giorgia Meloni. Il centrodestra ha perso perché il presidente del Consiglio si è esposta poco? “Fratelli d’Italia è da tempo in overperformance: ha un consenso di base del 10%, il restante 20% è dato dall’esposizione della Meloni. Tuttavia, se anche in questo caso si fosse esposta maggiormente, con ogni probabilità il risultato non sarebbe stato diverso. Dove la contesa si fa più territoriale, il partito fa più fatica. Come detto, l’esperienza Solinas non è piaciuta, così come a Cagliari non è piaciuta l’amministrazione Truzzu. E infatti a Cagliari il centrodestra ha perso di quasi venti punti. Ha tenuto Forza Italia, che si mantiene sui livelli del nazionale, mentre la Lega perde punti e peso. Il tema ora è: chi è il secondo partito della coalizione?”.

Certo, ma attuale diventa anche un altro argomento: può la Lega continuare a puntare su quel modello di partito nazionale che alle europee di cinque anni fa l’ha portata al 34%? “Bisogna innanzitutto dire – spiega Gigliuto – che Salvini aveva fatto un’operazione incredibile, portando a percentuali elevatissime un partito tradizionalmente territoriale. Ora, quando l’acqua diventa più bassa, per usare una metafora, il primo punto dove si nota è dove il consenso era già basso di suo. Ma sarà difficile cambiare di nuovo cappello e tornare partito territoriale, non è un percorso che si fa in quindici giorni, e Salvini lo ha già dimostrato facendo il percorso contrario”.

Alle viste, ora, l’Abruzzo, dove il campo largo è largo davvero, e che quindi rappresenta un vero banco di prova per la tenuta sia della coalizione intera che della maggioranza di governo (che ricandida il governatore uscente, Marco Marsilio). “L’Abruzzo sarà una sfida anche più veritiera della Sardegna, dove tra l’altro in Regione si è storicamente scelta l’alternanza. Assisteremo a una sfida in cui i contendenti potranno esprimere il massimo del loro potenziale, e non a caso – conclude Gigliuto – le rilevazioni danno un sostanziale testa a testa”.