Bolsonaro cambia idea, chiesto un visto per 6 mesi negli Stati Uniti: in Brasile è indagato per le rivolte nella capitale

Altro che ritorno rapido in Brasile, come aveva annunciato ai media. L’ex presidente Jair Bolsonaro, dal 30 dicembre scorso negli Stati Uniti, in Florida, ha chiesto un visto di sei mesi per restare nel Paese dell’America settentrionale.

A confermarlo è stato il suo avvocato, Felipe Alexandre, specificando che si tratta di un visto turistico. “Vorrebbe prendersi una pausa, schiarirsi le idee e divertirsi a fare il turista negli Stati Uniti per qualche mese prima di decidere quale sarà il suo prossimo passo“, ha detto il legale.

Gli Stati Uniti hanno ricevuto la domanda venerdì, ha precisato l’avvocato, aggiungendo che Bolsonaro rimarrà nel Paese in attesa di una risposta. Il visto di Bolsonaro, di tipo A-1, è scaduto lunedì in quanto non è più in “missione ufficiale” come capo di Stato.

Quello che aspetta Bolsonaro in patria è noto: nei confronti dell’ex presidente è stato aperta un’indagine autorizzata dalla Corte Suprema. Bolsonaro è accusato sostanzialmente di aver provocato la sommossa dei suoi sostenitori nella capitale Brasilia, dove lo scorso 8 gennaio sono stati assaltati il Parlamento e altri edifici istituzionali.

Bolsonaro è volato negli Stati Uniti al termine del suo mandato, dopo aver perso le elezioni al ballottaggio contro Luiz Inacio Lula da Silva. Una ‘fuga’ per evitare, il primo gennaio scorso, di essere presente all’inaugurazione del mandato del suo successore di sinistra.

Mentre era in Florida, dove l’ex numero uno brasiliano è stato anche ricoverato per complicazioni dovute alle ferite riportate in un attacco con un coltello nel 2018, Bolsonaro è stato raggiunto dall’indagine.

Accuse che si concentrano sul fatto che il politico di estrema destra poco prima dell’assalto agli edifici del potere di Brasilia abbia condiviso sui suoi profili social un video in cui sosteneva che la vittoria elettorale di Lula, il nuovo presidente del Brasile,  fosse falsa e fosse frutto di un complotto contro di lui ordito da varie istituzioni, compresa la stessa Corte suprema.

Accuse, quelle di Bolsonaro, senza alcuna prova: gli osservatori internazionali hanno riconosciuto la vittoria di Lula come legittima, mentre il ricorso presentato ai magistrati brasiliani da Bolsonaro è stato respinto.

L’ex presidente è inoltre indagato in altre inchieste precedenti all’assalto al Parlamento per abuso di potere e altre accuse.

Quanto alle possibilità di ottenere realmente il visto turistico di sei mesi negli Stati Uniti, al momento non è chiaro quale sarà la posizione che terrà l’amministrazione democratica guidata da Joe Biden. Dopo che le proteste di Brasilia furono sedate e con Bolsonaro tranquillamente ‘ospite’ del Paese, nel Partito Democratico erano emerse posizioni fortemente contrarie alla presenza dell’ex presidente brasiliano. “Gli Stati Uniti dovrebbero smettere di offrire rifugio a Bolsonaro in Florida“, aveva tuonato la nota deputata di sinistra Alexandria Ocasio Cortez, che fa parte dell’ala socialista del partito