Candeggina versata nelle ampolline dell’acqua e del vino che avrebbe dovuto utilizzare don Felice Palamara, giovane parroco calabrese che opera da dieci anni nella chiesa di San Nicola a Pannaconi, frazione di Cessaniti in provincia di Vibo Valentia. A scoprirlo lo stesso sacerdote, durate la messa, mentre benediceva l’acqua e il vino durante la celebrazione dell’eucarestia. L’odore proveniente dal calice, una volta accostato alla bocca, era diverso e dalle analisi svolte successivamente in laboratorio è emerso che si trattava di candeggina. Se don Felice avesse bevuto da quel calice avrebbe rischiato la vita. Il parroco ha così interrotto la celebrazione, in programma sabato 24 febbraio alle ore 18, e ha denunciato l’episodio ai carabinieri.

Si tratta di una nuova intimidazione per il parroco calabrese che già nelle scorse settimane aveva subito l’incendio della sua auto parcheggiata nei pressi della chiesa e aveva trovato lettere anonime con minacce di morte. Questa volta però si è sfiorata la tragedia. Le indagini avviate dai carabinieri mirano a far luce su chi possa aver messo il sacerdote nel mirino. Il comune di Cessaniti è affidato ad un commissario prefettizio dopo le dimissioni del sindaco avvenute lo scorso agosto in seguito ad una indagine che ha evidenziato presunti condizionamenti della ‘ndrangheta nell’amministrazione comunale. Al vaglio anche i filmati delle telecamere della zona per provare a individuare i responsabili.

Lo stesso don Felice Palamara esclude che dietro ad episodi del genere possano esserci i suoi parrocchiani. Dell’episodio è stato informato anche il vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea Attilio Nostro. Nei giorni scorsi anche un altro prete, don Francesco Pontoriero, parroco della vicina Cessaniti, era finito nel mirino di ignoti subendo, oltre a lettere con minacce, anche una pesante intimidazione: un gatto morto è stato depositato sul cofano della sua auto.

Non è chiaro se gli episodi siano collegati tra loro ma una pista, forse la principale, che stanno seguendo gli investigatori porta ad attacchi presumibilmente della criminalità organizzata ai due parroci che da tempo si spendono per la legalità.

Solidarietà arriva dall’Amministrazione Comunale di Drapia, comune del Vibonese, che “esprime la sua più sentita solidarietà ai parroci don Felice e Don Francesco e condanna il vile gesto da loro subito. Gesti che non possono che essere considerati un atto di vigliaccheria e di profonda intolleranza. La comunità di Drapia si stringe attorno ai due sacerdoti, che da sempre si impegnano con dedizione e amore per il bene del prossimo. Nessuno può fermare il bene che Don Felice e Don Francesco seminano ogni giorno con il loro operato. Nessuno può fermare il bene”.

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