Roberto Bagnasco, deputato ligure di Forza Italia, sta girando le piazze di tutte le province della sua regione. Ultimi due giorni di campagna elettorale, poi lo stop sarà perentorio. Non si potrà più fare alcun tipo di comunicazione politica, dovranno tacere le macchine della propaganda. Report però andrà in onda, la sera di domenica 27. Con il centrodestra nel mirino.

Onorevole Bagnasco, lei è ligure. Come avete vissuto il caso Toti?
«È stato un atto interruttivo piovuto da altre sfere, hanno preso il governatore votato ed eletto e lo hanno messo in condizione di doversi dimettere, portando la Liguria a elezioni anticipate in un clima particolare, insolitamente teso».
Sul governatore uscente non ha avuto alcun dubbio?
«Mai nessuno. La Giunta Toti aveva lavorato molto bene. E quando hanno usato la clava giudiziaria per abbatterlo abbiamo denunciato questo clima, senza se e senza ma, malgrado Forza Italia fosse rimasta ‘bruciata’ dall’iniziativa politica di Toti che era uscito, anni fa, dal nostro partito».
Come sta affrontando quest’ultimo scampolo di campagna?
«Il clima, girando per la Liguria, è molto positivo. C’è un cauto ottimismo e tanta voglia di confermare l’indicazione che in questi anni ha privilegiato la scelta dei liguri per il centrodestra».

E se le cose sembrano andare bene ecco che si preme un altro interruttore, che non è quello della magistratura, ma quello del telecomando. Arriva Report, che preannuncia un servizio esplosivo su Toti, sulla sua campagna elettorale…
«Per la magistratura, massimo rispetto. Per Report meno. Io di solito sono portato a dubitare di quello che dice Sigfrido Ranucci, ma se lui dice che ha in mano materiale importante su Toti, ci crediamo. E lo guarderemo. Però è un fatto inaudito, che in campagna elettorale la Rai decida di mettere in onda un servizio dedicato a uno e a uno solo dei due schieramenti in campo, mi lascia molto, molto perplesso».
Non va bene la messa in onda la sera di domenica? Perché?
«Ma scusi, non vede la violazione del silenzio elettorale? Saremo a urne aperte. Si vota fino al pomeriggio di lunedì. Non so cosa metterà in onda Ranucci, ma conosciamo il suo metodo. Ci saranno delle tesi sostenute da chissà chi. Poi da comprovare, da verificare. C’è il diritto di smentita dell’interessato, ci potrebbero essere precisazioni o richieste di replica. Tutte cose che non possono essere garantite nei tempi utili affinché gli elettori si possano fare un’idea chiara. Pioveranno delle suggestioni su chi è ancora indeciso, all’ultimo momento, senza che la controparte possa in alcun modo difendersi o replicare. E questo non è corretto».

Sarebbe messa all’indice la campagna elettorale del centrodestra di Toti, mentre gli elettori saranno chiamati a giudicare, con il loro voto, quella di Bucci.
«È una prima volta assoluta. Si vede che Ranucci teneva a fare ancora una volta il primo della classe».
Possibile che a Ranucci sia consentito tutto? Forse, se fosse stato un altro, gli avrebbero consigliato maggiore prudenza, vista la sovrapposizione in calendario tra la messa in onda e il voto dei liguri. Nessuno gli ha consigliato, anche solo per ragioni di opportunità, di aspettare – non dico tanto – una settimana?
«È questo che mi lascia perplesso. Anzi, più che perplesso. Finora ha potuto fare tutto quel che ha voluto, dimostrando che i suoi ‘rapporti istituzionali’ sono molto efficienti».
Chiederà ai suoi colleghi in Vigilanza di audirlo?
«Sì, certamente. E mi sembra di aver letto che il conduttore se lo aspetta già. È inevitabile e doveroso».

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.