Ciro Migliore ricorda Maria Paola: “Volevo starci io in quella bara”

Foto Facebook Carta Bianca)

Ciro Migliore è stato ospite a Carta Bianca, il programma su Rai3 di Bianca Berlinguer. Il 22enne, protagonista del caso di Caivano dello scorso 11 settembre – quando un incidente provocato dal fratello di Maria Paola Gaglione ha causato la morte della stessa 18enne – ha raccontato della sua vita, della sua relazione con la ragazza osteggiata dalla famiglia Gaglione, del finale tragico della loro storia. “Torno sempre, ogni settimana, cambio i fiori, tolgo quelli secchi e metto i nuovi”, ha detto a proposito del luogo dell’incidente.

“Eravamo come Romeo e Giulietta”, ha detto Ciro sulla storia con Maria Paola. La famiglia della ragazza, a quanto ricostruito e raccontato, non approvava la relazione con Ciro. “Sapevano che ero nata Cira. Non ci siamo sentiti per un mese, poi quando gli hanno dato di nuovo il telefono ci siamo sentiti di nuovo. Ho scoperto di essermi innamorato di lei perché mi mancava”. La loro relazione andava avanti dal 25 settembre 2017. “Eravamo amici. L’hanno chiusa a casa perché non la volevano con me. Ma eravamo solo amici. Poi quando ci hanno separato abbiamo capito che non era amicizia ma altro”, ha spiegato.

Ciro ha raccontato delle minacce della famiglia di Maria Paola. “Non volevano perché eravamo due donne. Non avevamo un futuro, non potevamo avere un futuro insieme”, spiega. “Io passavo tutti i giorni sotto la sua finestra. Eravamo come due bambini, come Romeo e Giulietta”. “Quando avete deciso di andarvene via di casa?”, ha chiesto Berlinguer. “Dall’inizio. Io avevo 19 anni e lei 16 anni. Quando ha fatto 18 anni voleva scappare, era il 13 luglio, l’hanno scoperta e l’hanno picchiata. Il 16 agosto è venuta da me e ci siamo trasferiti per 23 giorni ad Acerra da mia zia”. Con la ragazza avevano intenzione di trasferirsi in Germania e di costruirsi lì una vita.

L’11 settembre l’incidente fatale. Ciro ha ricordato che era sul suo scooter con Maria Paola quando il fratello di lei, Michele Antonio, li ha aggrediti. Ha cominciato a colpire il veicolo e a dire loro di fermarsi. Quando i due sono caduti a causa dei colpi, la ragazza ha battuto la testa ed è morta sul colpo. Michele ha aggredito Ciro – che in studio ha ancora il braccio fasciato – lo ha pestato. Ciro è scappato e quando l’uomo si è avvicinato alla sorella, a terra senza sensi: non si è accorto che la sua fidanzata era già morta. Sull’ultimo saluto a Maria Paola il ragazzo ha ricordato: “Volevo stare io lì dentro (nella bara, ndr), la amavo da morire”. E poi: “Non toglierò mai questa fedina: era solare, socievole, simpatica. Calmava i miei umori”.

Ciro ha raccontato di aver capito per la prima volta di sentirsi uomo a 15 anni. “La conferma l’ho avuta quando ho baciato un ragazzo e non mi è piaciuto. Gliel’ho fatto capire a mia madre. Lei non mi ha detto niente, piangeva con le amiche. E poi ne abbiamo parlato: ha pensato alla mia felicità e l’ha accettato”.