Il dramma di Caivano
Lacrime e applausi per i funerali di Maria Paola, don Patriciello: “Prima dell’orientamento sessuale viene la persona”
Le porte della parrocchia di San Paolo Apostolo, al Parco Verde di Caivano (Napoli), hanno aperto poco dopo le 16 per i funerali di Maria Paola Gaglione, la 18enne morta in un incidente stradale l’11 settembre scorso mentre si trovava in sella allo scooter guidato da Ciro Migliore, il compagno trans con il quale stava da circa tre anni, ed era inseguita dal fratello, Michele Antonio Gaglione (30 anni), accusato di omicidio preterintenzionale e violenza personale con l’aggravante dei futili motivi.
L’ARRIVO DEL FERETRO – Circa 200 le persone che si sono affollate davanti alla chiesa, solo una parte ovviamente è potuta entrare al suo interno, dovendo rispettare le misure di distanziamento sociale. La bara bianca di Maria Paola è stata accolto dal lungo applauso dei presenti e dai palloncini bianchi portati dalle amiche della vittima, mentre sulla bara sono stati posti dei fiori bianchi accompagnati dalla fascia con la scritta “Mamma e papà”.
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IL MESSAGGIO DI CIRO – Il fidanzato Ciro è riuscito a vedere per l’ultima volta la sua amata rendendo omaggio alla salma della giovane in obitorio, prima che il feretro arrivasse a Caivano. Il ragazzo ha ottenuto infatti il permesso della permesso della Procura ed è stato scortato dalla polizia. Il 22enne ha però esposto un messaggio, su un cartoncino appeso all’esterno della chiesa in cui viene dato l’ultimo saluto a Maria Paola: “Correvamo soltanto verso la nostra libertà, o almeno credevamo di farlo… Verso la nostra piccola ma grande felicità… Ovunque sarai il mio cuore sarà lì con te, ti amerò oltre le nuvole, dal tuo grande amore, Ciro”.
LE PAROLE DI DON PATRICIELLO – “E’ un momento di grandissima tristezza e sofferenza immensa, ma è anche il momento della speranza della vita eterna”, ha detto don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano noto per la sua battaglia per la Terra dei fuochi, nella sua omelia. “Un silenzio assoluto deve accompagnare questa celebrazione – ha aggiunto don Patriciello – lasciamo fuori dalla chiesa i nostri pensieri, preghiamo per Paola perché venga accolta tra le braccia di Dio, e preghiamo per tutti coloro che soffrono per questa perdita”.
Per il gran caldo, durante l’omelia di don Patriciello, due persone sono state colte da lieve malore, con il funerale che si è interrotto per pochi minuti per soccorre le due persone con i volontari della Protezione civile. “Qui siamo in chiesa, il luogo dove l’odio tace. Non c’è posto per l’odio in chiesa“, ha aggiunto il parroco, che ha ribadito come “prima dell’orientamento sessuale, del colore della pelle e del conto in banca viene la persona umana”.
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Il parroco di Caivano ha chiesto quindi scusa a “Paolè”, come l’ha chiamata don Patriciello, chiedendo perdono “per non essere stati capaci di custodire questa tua fragile e preziosissima vita”. “Oggi dopo tanto parlare – ha aggiunto don Patriciello – vogliamo volgere lo sguardo a te Paola. Sei passata in questo mondo come un fulmine e troppo presto per te è giunta la sera, una tragica, fulminea, terribile sera. Se la morte mettesse davvero la parola fine alla gioia della vita ci sarebbe di che disperarsi, ma noi siamo in una chiesa cristiana cattolica, la stessa dove sei stata battezzata da questo prete che sta celebrando il tuo funerale. Oggi, secondo una logica umana, in questa chiesa siamo tante persone vive e una ragazza defunta in quella bara bianca. Ebbene, per i cristiani le cose non sanno così, davanti a Dio non esiste il regno dei vivi e il regno della morte, solo il regno di Dio“.
L’USCITA DELLA BARA – Un volo di palloncini bianchi a forma di cuore e colombe, oltre a lunghi applausi, ha salutato quindi l’uscita del feretro dalla chiesa. Ai microfoni dei giornalisti don Maurizio Patriciello ha quindi pronunciato un appello a fermare l’odio. “Sono il parroco di tutti e sono vicino alle famiglie, a Ciro ed a Michele. Le loro famiglie vivono una di fronte all’altra, e dovranno riconciliarsi. Il tempo aiuterà in questo senso”, ha detto il parroco.
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