Della malattia che lo attanagliava, Gianluca Vialli non amava parlare. Ma iniziò a farlo, da campione, per essere d’esempio come sempre aveva fatto nella sua vita: lo fece sperando di poter essere di aiuto e supporto per gli altri. “Vorrei che un giorno qualcuno mi guardasse, o mi pensasse, e dicesse: ‘È anche per merito tuo se non mi sono arreso’”, come riportato dal Corriere della Sera in un’intervista ad Aldo Cazzullo. Vialli si è spento all’età di 58 anni, colpito da un terribile tumore al pancreas che gli è stato diagnosticato 5 anni fa e contro cui ha lottato strenuamente senza mai abbassare la testa.
Gli era stato diagnosticato un tumore al pancreas, uno dei più difficili da trattare. Non ci sono ancora test per prevenirlo o scoprirlo per tempo, i primi segni si manifestano sul corpo quando ha già iniziato a diffondersi. Per questo motivo sono pochissimi i pazienti che sopravvivono a questa diagnosi. Ma negli ultimi anni sono stati fatti molti progressi. Dopo i primi due cicli di chemio, durati 17 mesi e conclusi nel dicembre del 2019, continuò la “convivenza” con il cancro da parte dell’ex attaccante di Juventus e Sampdoria che nei suoi 19 anni di carriera ha disputato 737 partite segnando 286 reti. Fu anche operato con successo e continuò le cure oncologiche.
“Di questa brutta cosa avrei fatto volentieri a meno — disse —. Ma non è stato possibile. E allora l’ho considerata semplicemente una fase della mia vita che andava vissuta con coraggio, da cui imparare qualcosa. Sapevo che era duro e difficile doverlo dire agli altri, alla mia famiglia. Non vorresti mai far soffrire le persone che ti vogliono bene: i miei genitori, i miei fratelli e mia sorella, mia moglie Cathryn, le nostre bambine Olivia e Sofia. E ti prende come un senso di vergogna, come se quel che ti è successo fosse colpa tua. Giravo con un maglione sotto la camicia, perché gli altri non si accorgessero di nulla, per essere ancora il Vialli che conoscevano”, raccontò nell’intervista al Corriere in cui rivelò la sua malattia.
Continuò le cure in Inghilterra dove viveva con la sua famiglia da anni. Vialli aveva definito quel male un “compagno di viaggio indesiderato“, “un avversario molto più forte di me”. “Devo andare avanti a testa bassa senza mollare mai, sperando che un giorno si stanchi e mi lasci vivere serenamente ancora. Per tanti anni perché ci sono ancora tante cose che voglio fare”.
Poi l’annuncio il 14 dicembre 2022: “Al termine di una lunga e difficoltosa trattativa con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri”, disse Vialli da capo delegazione della Nazionale italiana, annunciando alla Figc la sua assenza in occasione delle successive gare della squadra guidata dall’amico Roberto Mancini, valevoli per le qualificazioni all’Europeo 2024. “L’obiettivo – spiegò Vialli – è quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al più presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi. Un abbraccio”. Poi il triste annuncio che ha scosso tutto il mondo del calcio e dei tifosi che ha fatto sognare.
