Dopo Pelé e Sinisa Mihajlovic, il mondo del calcio deve fare i conti con una nuova tragica scomparsa. È morto a Londra, dove era da tempo ricoverato, Gianluca Vialli.

L’ex attaccante di Cremonese, Sampdoria, Juve e Chelsea, oltre che bomber della Nazionale, aveva 58 anni ed era malato da tempo, parlando in più occasioni della sua battaglia contro il tumore al pancreas diagnosticato nel 2017. Vialli aveva annunciato di essere malato in un’intervista al Corriere della Sera il 25 novembre 2018.

Il 14 dicembre scorso, per il peggioramento delle sue condizioni di salute, aveva annunciato di dover sospendere i suoi impegni con la Nazionale italiana di calcio, di cui era capo delegazione, per potersi concentrare sulla sua lotta contro il tumore.

Circondato dalla sua famiglia è spirato la notte scorsa dopo cinque anni di malattia affrontata con coraggio e dignità“, ha scritto la sua famiglia in una nota. “Ringraziamo i tanti che l’hanno sostenuto negli anni con il loro affetto. Il suo ricordo e il suo esempio vivranno per sempre nei nostri cuori“.

Da calciatore ha avuto una carriera lunga 19 anni, giocando tra Serie A e Premie League inglese. Quasi due decenni in campo, il ritiro è avvenuto nel 1999, segnati da 673 partite ufficiali e 259 gol.

In Nazionale uno score altrettanto importante: con la maglia azzurra ha disputato 59 partite segnando 16 reti, ottenendo un bronzo ai Mondiali di Italia ’90, un argento e bronzo agli Europei U21 del 1984 e 1986. Nazionale che due anni fa gli ha regalato la gioia più bella, che non si era riuscito a togliere da calciatore: la vittoria dell’Europeo con la squadra allenata da Roberto Mancini, con cui ha formato per anni una delle coppie di attacco più forti del campionato italiano, alla Sampdoria.

Le più importanti vittorie Gianluca Vialli le ha ottenuti infatti in maglia di club. La conquista dello storico Scudetto del 1991 con la Sampdoria, un ciclo con la maglia del club di Genova aperto nel 1985 con la prima Coppa Italia (ne vinse altre due nel 1988 e 1999) e con la Coppa delle Coppe nel 1990. Sempre in maglia Samp arrivò anche una cocente delusione, la sconfitta in finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona nel 1991.

La rivincita arriverà cinque anni dopo: nel 1996, col passaggio alla Juventus, trionferà nella nuova Champions League alzando la coppa al cielo nella finale vinta a Roma dai bianconeri contro l’Ajax, nella partita finita ai rigori.

Sempre in quell’anno lascerà i bianconeri per provare l’avventura all’estero, al Chelsea. Saranno gli ultimi tre anni di carriera, non privi di soddisfazioni: vincerà quattro titoli, tra cui una Coppa d’Inghilterra, la Coppa di Lega, una seconda Coppa delle Coppe e la Supercoppa europea ai danni del Real Madrid.

Al Chelsea nel 1999 si ritirerà da calciatore, all’età di 35 anni, iniziando praticamente in contemporanea l’attività di allenatore nella stessa squadra di Londra, riuscendo a vincere anche una Coppa d’Inghilterra e poi in Supercoppa prima di venire esonerato. L’unica altra avventura in panchina sarà al Watford, nel 2001, terminata anche in questo caso col licenziamento a fine stagione. Da lì l’addio alla panchina per dedicarsi al ruolo di opinionista in tv.

Quindi la chiamata del grande amico Roberto Mancini, ct della Nazionale, che nel 2019 lo vuole al suo fianco col duplice ruolo di dirigente e consigliere, nonostante la malattia.

(in aggiornamento)

Redazione

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