Anche i penalisti aderiscono allo sciopero della fame come forma di protesta contro “l’immobilismo della politica e delle istituzioni” e con l’obiettivo di accendere i riflettori “sull’insostenibile sovraffollamento” e sulle “preoccupanti notizie di diffusi focolai di Covid nei vari istituti detentivi”. Si prova così a rompere il muro di silenzio che la politica ha edificato attorno alla questione carcere. Quella degli avvocati penalisti è una staffetta dello sciopero della fame che vale a sostenere l’iniziativa e le motivazioni della protesta attuata da Rita Bernardini e Irene Testa. La presidente di Nessuno Tocchi Caino è al diciassettesimo giorno di digiuno, la tesoriera del Partito Radicale al tredicesimo.
E in questi giorni anche i penalisti dell’Osservatorio carcere dell’Unione camere penali aderiscono al digiuno: «È un’azione non violenta – spiegano – per chiedere al Parlamento e al Governo di prendere provvedimenti immediati per evitare che il Covid continui a diffondersi nelle carceri mietendo vittime tra la popolazione detenuta e i dipendenti dell’amministrazione penitenziaria, e con un concreto pericolo che il virus possa poi diffondersi ulteriormente all’esterno». I componenti dell’Osservatorio hanno stabilito per ora un primo calendario: il 23 e il 30 novembre l’avvocato Gianpaolo Catanzariti, il 20 e il 27 novembre l’avvocato Davide Mosso, il 25 e il 26 novembre l’avvocato Riccardo Polidoro, il 27 novembre Gabriele Terranova. L’iniziativa proseguirà poi ulteriormente. «Aderiamo e sosteniamo la meritoria iniziativa di digiuno di Rita Bernardini» spiegano i responsabili dell’Osservatorio Carcere estendendo l’invito a tutti i penalisti ad aderire alla protesta. «Auspichiamo una massiccia e diffusa adesione in grado di sensibilizzare le istituzioni dinanzi alla grave situazione nelle carceri».
sottolineano gli avvocati Polidoro e Catanzariti, responsabili dell’Osservatorio. Anche nel 2011 i penalisti dell’Unione camere penali aderirono a uno sciopero della fame con una staffetta a cui parteciparono moltissimi avvocati. E in queste settimane di grande emergenza, i penalisti sono stati tra i primi a scendere in campo in difesa dei diritti dei detenuti e della tutela della loro salute. Assieme ai garanti e agli esponenti del Partito Radicale, hanno posto l’attenzione sull’insufficienza delle misure finora varate dal Governo e contenute nel Decreto Ristori. Lo sciopero della fame è stato intrapreso da Rita Bernardini a partire dalla mezzanotte del 10 novembre, come atto di protesta per sensibilizzare la politica, e più in particolare Governo e Parlamento, ad affrontare in maniera concreta ed efficace la drammatica situazione delle carceri.
Amnistia, indulto, liberazione anticipata speciale sono tra le misure proposte per affrontare nell’immediato la pandemia nelle carceri, alleggerendo il peso del sovraffollamento negli istituti di pena italiani. E questo non solo nell’ottica di tutelare la salute non dei soli detenuti ma anche di tutti coloro che nelle carceri lavorano, dagli agenti di polizia penitenziaria al personale amministrativo e socio-sanitario. “Il Decreto Ristori ristora ben poco detenuti e detenenti – aveva sottolineato la presidente di Nessuno Tocchi Caino annunciando la sua iniziativa di protesta – Per prima cosa occorre che la popolazione detenuta diminuisca sensibilmente”. Le carceri italiane sono quelle che in Europa contano il più alto numero di persone contagiate. Secondo i dati resi noti l’altro giorno, durante il question time alla Camera, sono 826 i detenuti risultati positivi al Covid in 76 istituti di pena e 1.042 gli operatori penitenziari in 139 istituti.
E’ chiaro che il problema è diffuso, che il Covid ha, ormai da tempo, oltrepassato le mura delle carceri raggiungendo anche sezioni dove, come nel caso del 41 bis (come accaduto a Tolmezzo), le restrizioni sono massime e le possibilità di contatto sono ridotte al minimo. E’ chiaro, quindi, che il sovraffollamento diventa un fattore decisivo per la gestione della pandemia e per le azioni di prevenzione dei contagi perché, se le celle scoppiano e le carceri sono sovraffollate, gli spazi scarseggiano e distanziamento e isolamento diventano pura utopia.
