Il popolo israeliano va salvato da governo Netanyahu “che ha perso ragione e umanità”. Posizione netta quella del ministro della Difesa Guido Crosetto che, dopo aver criticato in passato alcune operazioni dell’Idf sia nella Striscia di Gaza che in Libano contro la base Unifil gestita dall’esercito italiano, in una intervista a La Stampa condanna senza mezzi termini l’ultima operazione su Gaza lanciata dal primo ministro Netanyahu: “Penso che l’occupazione di Gaza e alcuni atti gravi in Cisgiordania segnino un salto di qualità di fronte al quale vanno prese delle decisioni che obblighino Netanyahu a ragionare. E non sarebbe una mossa contro Israele, ma un modo per salvare quel popolo da un governo che ha perso ragione e umanità. Bisogna sempre distinguere i governi dagli Stati e dai popoli come dalle religioni che professano. Vale per Netanyahu, vale per Putin, i cui metodi, ormai, pericolosamente si assomigliano”.

Crosetto: “Obbligare Netanyahu a ragionare”

E’ una posizione decisa quella del ministro del governo Meloni secondo cui il governo di Israele “non è disposto a dialogare perché ha assunto una linea fondamentalista e integralista. La legittima difesa di una democrazia di fronte a un terribile attacco terroristico non convince più” chiosa. “Siamo di fronte a un progetto di segno diverso: la conquista di un territorio straniero mettendo in conto una catastrofe umanitaria”. Alla Stampa Crosetto rincara la dose: “Quel che sta accadendo è inaccettabile. Non siamo di fronte a una operazione militare con danni collaterali, ma alla pura negazione del diritto e dei valori fondanti della nostra civiltà”. Il ministro spiega che “noi siamo impegnati sul fronte degli aiuti umanitari, ma oltre alla condanna bisogna ora trovare il modo per obbligare Netanyahu a ragionare” ribadisce. “Un conto è liberare Gaza da Hamas – aggiunge l’esponente dell’esecutivo -, un conto dai palestinesi. La prima si può chiamare liberazione. Cacciare invece un popolo dalla sua terra è ben altro, e il termine usato mi pare del tutto improprio”.

Riconoscimento Palestina: “Non esiste, attuare risoluzione Onu”

Sul riconoscimento della Palestina chiarisce: “Quello Stato non c’è e riconoscere uno Stato che non c’è rischia di trasformarsi solo in una provocazione politica in un mondo che muore di provocazioni. Va costruito un percorso per attuare la storica risoluzione Onu dei ‘due popoli, due Stati’, difendendo il diritto della Palestina ad esistere e avere uno Stato e quello di Israele a vivere in sicurezza, il che significa che va, al contempo, estirpato il terrorismo di Hamas”.

Crosetto e la guerra in Ucraina: “Trump persegue suo disegno”

Il ministro affronta anche la guerra in Ucraina e il relativo vertice in programma in Alaska, il 15 agosto, tra Trump e Putin: “Trump persegue il suo disegno con estrema coerenza e realismo all’ennesima potenza: sono il più forte e mi gioco la mia forza, in ogni ambito. Nello specifico dell’Ucraina: aveva promesso una qualsiasi forma di pace e ora ha bisogno, anche agli occhi della sua opinione pubblica, di dare un segnale tangibile”. Sul non ruolo dell’Europa aggiunge: “Trump si muove nel mondo che c’è. Detta brutalmente: se l’Europa avesse un peso rilevante, da superpotenza, sarebbe stato costretto a muoversi diversamente. E invece l’Europa ha costruito le condizioni per essere un attore politico scarsamente rilevante. Ogni nazione continua ad avere la sua politica estera, militare, economica. E ci sono tanti leader nazionali, anche piuttosto ripiegati ognuno dentro il proprio orizzonte domestico”, aggiunge. Tuttavia “l’Europa ha il dovere di assumersi le sue responsabilità, che si raggiunga o no un accordo in Alaska. E ha il dovere di continuare a sostenere Kiev, come ha fatto finora, fino a che non ci saranno le condizioni che Zelensky sceglierà di accettare. Alcuni Stati, che più percepiscono la minaccia russa, come i baltici, la Polonia e la Germania, si sono assunti grandi responsabilità”.

 

 

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