L’Ue non fa abbastanza nel Mar Rosso
Vance ha ragione: l’Europa deve darsi una svegliata, il poliziotto Usa si è stancato di agire gratis
Oltre il 50% delle merci che transitano per il canale di Suez è destinato al nostro continente. Per gli Usa è solo una quota marginale. Il braccio destro di Trump dice la verità sull’Europa

I modi del presidente degli Stati Uniti e di parte della sua amministrazione possono non piacere nel compassato mondo dei rapporti diplomatici. La sostanza, però, dovrebbe portare a riflettere sullo stato delle cose e intervenire per correggerle. Il vicepresidente J.D. Vance nei giorni scorsi ha scritto un messaggio molto eloquente in quella che doveva essere una chat riservata tra massimi vertici della politica statunitense sul social di messaggistica Signal. Vance definisce l’operazione in Yemen “un errore”, perché finirebbe per aiutare più l’Europa che gli Stati Uniti. “C’è il rischio reale che la gente non capisca perché sia necessario”, scrive il numero due di Trump. Poi la stoccata: “Se voi pensate che dobbiamo farlo, andiamo, è solo che odio salvare ancora una volta l’Europa”.
La verità di Vance fa male…
In Europa queste affermazioni sono risuonate offensive. Qualcuno ha cercato di spiegare come anche l’Unione partecipi alle attività di “contenimento” degli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso contro i cargo occidentali. In realtà, gli attacchi contro i ribelli sciiti dello Yemen sono condotti solo da Stati Uniti e Gran Bretagna mentre gli alleati europei, come al solito, sono andati in ordine sparso.
Ad esempio Italia, Francia e Spagna si sono astenuti dalle operazioni militari per “evitare una escalation” nell’area. All’inizio dello scorso anno gli Usa hanno creato una sorta di “gruppo di volenterosi” per pattugliare il Mar Rosso a difesa delle navi merci. Le azioni operative sono state sempre condotte da Washington e Londra, mentre i vari Stati europei si sono limitati a ruoli difensivi. Ricordiamo che l’Europa è presente nell’area con l’operazione “Aspides”.
Nella sostanza, dunque, Vance dice il vero quando evidenzia come la maggior parte delle azioni sia a carico degli Stati Uniti. Basti pensare che, come riporta il sito Euroactive, “la missione navale Aspides dell’Ue ha dichiarato di aver garantito il transito sicuro di oltre 700 navi mercantili”. Non solo, un portavoce della missione ha sempre detto al sito: “Il compito principale di proteggere le navi mercantili rimane di natura difensiva; qualsiasi risposta sarà sempre conseguenza di un attacco e sarà necessaria, proporzionata e limitata allo spazio marittimo o aereo internazionale”.
I numeri
Vance scrive nelle chat “incriminate” che gli Usa stanno facendo un favore all’Europa, visto che il traffico nel Mar Rosso – e quindi quello che transita tramite il canale di Suez – riguarda solo per il 3% gli Stati Uniti mentre per oltre il 40% è destinato all’Europa. Anche su questi dati ci sono state varie levate di scudi: il numero due della Casa Bianca, però, afferma il vero e sono i numeri a confermarlo. Il canale di Suez è una via cruciale per il commercio globale, poiché collega il Mar Rosso al Mediterraneo, permettendo il passaggio di merci tra Asia, Europa e oltre. Diverse stime indicano che il valore annuale delle merci che transitano per il canale si aggira intorno ai 6-7mila miliardi di dollari.
Circa il 12% del commercio mondiale passa attraverso questo corridoio strategico. Queste cifre sono stime basate su analisi di traffico marittimo e dati pubblicati dalla Suez Canal Authority e da altri enti di monitoraggio commerciale. Proseguendo con le stime, poi, emerge come il 50% del valore delle merci che solcano questo strettissimo canale sia destinato proprio al vecchio continente da parte dell’Estremo Oriente e una quota altrettanto maggioritaria dall’Europa verso l’Asia. Il valore delle merci destinate agli Usa è invece marginale. Da un punto di vista puramente commerciale, dunque, l’amministrazione Trump ha ragione. Diverso, invece, è l’implicazione geopolitica delle dinamiche che avvengono in quell’area. Se però discutiamo di business, Vance non ha torto.
La sveglia per l’Europa
Quando si parla di Difesa comune, molti europei sembrano non comprendere che proteggere gli interessi commerciali del continente rientra proprio in quest’ottica. È come se il “mercato più ricco del mondo”, come amano definirsi a Bruxelles, non si renda conto che la protezione dei propri interessi strategici sia prioritaria. Perché dunque gli Stati Uniti dovrebbero difendere le rotte commerciali di un’area “concorrente”? Come è possibile che la difesa dagli Houthi sia affidata a Londra e Washington mentre da noi non ci si ponga la questione? L’Unione deve darsi una svegliata: il poliziotto globale, cioè gli Usa, si è stancato di agire gratis. Che la cosa ci piaccia o meno.
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