Dalla Banda della Magliana a consulente della droga: l’ultimo blitz contro “zia” Fabiola Moretti

Si recava da Roma a Napoli di persona, per acquistare la droga. Fabiola Moretti, ex Banda della Magliana e compagna prima del boss Danilo Abbruciati, conosciuto come ‘Er camaleonte’, poi di Antonio Mancini, passato alle cronache come ‘Accattone’, è stata arrestata oggi dai Carabinieri della compagnia di Pomezia.

Secondo le accuse, la donna faceva parte di un’organizzazione criminale, formata da due diversi gruppi, che gestiva il traffico di sostanze stupefacenti soprattutto nella periferia sud della Capitale.

L’arresto

Per Fabiola Moretti, detta ‘la zia’, è stata disposta la custodia cautelare in carcere: l’accusa è di traffico di droga. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Pomezia e della Stazione Roma Divino Amore, hanno consentito di accertare, tra i mesi di febbraio e novembre del 2019, l’esistenza di due distinti sodalizi criminali dediti al traffico di stupefacenti e allo spaccio al dettaglio. Uno gestito dal 32enne ‘Er Faina’ che riusciva a dare le proprie direttive dal carcere. L’altro con a capo ‘Chicco’, che utilizzava la sua famiglia e persone ‘d’esperienza’ nello spaccio di droga, tra cui anche la ‘Zia’ Moretti. La “base” era collocata nel complesso di case popolari di via dei Papiri e via degli Astrini chiamato “il fortino”.

L’ex primula rossa della Banda della Magliana si occupava di recuperare forniture di stupefacenti a vantaggio proprio e di entrambe queste associazioni. Secondo il gip Fabiola Moretti è ‘leader del suo gruppo familiare’ e ‘vive del narcotraffico del quale fa professione‘. 

L’operazione dei Carabinieri

I Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di 21 misure cautelari (18 di custodia in carcere, 2 agli arresti domiciliari ed un obbligo di presentazione alla P.G.) alle prime ore dell’alba di oggi 10 gennaio, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia. Gli indagati sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, nonché, in alcuni casi, di spaccio e detenzione ai fini di spaccio in concorso. Tra questi anche Fabiola Moretti.

Il ‘fortino’, grazie alla sua posizione isolata, con i caseggiati circondati dalla campagna, permetteva agli indagati di avvistare per tempo qualsiasi veicolo ritenuto sospetto, rendendo quindi difficile i tentativi di controllo da parte delle Forze dell’Ordine. Gli indagati avevano dato vita a una struttura ben organizzata con cui procurarsi e smerciare cocaina, hashish e marijuana.

Le indagini sono state condotte anche attraverso le intercettazioni, un sistema di video ripresa a distanza e attività di osservazioni che hanno permesso di ricostruire le relazioni e le attività degli indagati. Le attività tecniche sono state poi corroborate da numerosi riscontri, soprattutto attraverso il controllo degli acquirenti che ha consentito ai Carabinieri di censire un continuo via vai di persone che si rivolgeva al ‘fortino’ per comprare dosi a qualsiasi ora.

Le intercettazioni

Proprio in alcune delle intercettazioni raccolte dai Carabinieri, in cui gli indagati usavano perlopiù un linguaggio ‘criptico’ o ‘simbolico’, la Moretti definiva la droga ‘latticini’ oppure ‘pongo’ nel caso si trattasse di hashish. Per l’acquisto delle sostanze stupefacenti l’ex compagna del boss della Magliana in più di una circostanza si sarebbe recata a Napoli, con una ex compagna di cella come intermediaria con il fornitore, per poi dare indicazioni alla figlia Nefertari su come tagliarle e lavorarle. “Quando mi muovo io è di più di a posto! Hai capito?” dice la Moretti a un’altra donna in una delle intercettazioni. 

Anche la figlia 28enne è nei guai come la madre, secondo le indagini ‘pusher’ per lo spaccio al ‘fortino’.

Il nome di Fabiola Moretti è legato a varie vicende della cronaca nera romana: è stata l’accusatrice dell’ex senatore Claudio Vitalone nell’inchiesta sull’omicidio del giornalista Mino Pecorelli e ha collaborato alle indagini sulla scomparsa di Manuela Orlandi. La donna era già stata arrestata per traffico di droga in passato.