Tre mesi in mostra al Museo delle Civlità di Roma. È il grande risultato raggiunto dal Museo Antropologico Visivo Irpino (MAVI) di Lacedonia, piccolo comune campano in provincia di Avellino.

“Frank Cancian, Un paese del Mezzogiorno italiano – Lacedonia, 1957”, questo il titolo, aprirà ai visitatori sabato 10 ottobre. Si tratta di un evento reso possibile dal Museo delle Civiltà, che ha allestito la mostra, e dall’Istituto Centrale per il patrimonio immateriale – Istituti del Ministero per i Beni e le attività culturali e del turismo – in collaborazione con il Comune di Lacedonia, il Museo Antropologico Visivo Irpino, la Pro Loco “Gino Chicone”, l’Associazione Culturale “LaPilart” e il Museo etnografico di Morigerati (SA).

In esposizione per tre mesi circa cento fotografie che Frank Cancian, all’epoca giovane ricercatore statunitense poi diventato uno dei maggiori antropologi a livello mondiale, scattò nel 1957 proprio a Lacedonia. Qui Cancian era arrivato da borsista Fulbright, per documentare la vita quotidiana in tutti i suoi molteplici aspetti: lavoro in campagna, “struscio” in piazza, tradizioni popolari e religiose. Venne fuori un vero e proprio archivio di immagini, ben milleottocentouno, che descrivevano minuziosamente le abitudini di vita di un piccolo paese dell’entroterra meridionale. Tutti gli scatti, donati dal professore alla comunità lacedoniese, sono oggi conservati, appunto, presso il MAVI di Lacedonia.

La mostra è un progetto promosso e coordinato da Francesco Aquilanti e Luciano Blasco e curato da Francesco Faeta e ha il patrocinio scientifico e culturale del Fulbright Program, della Società Italiana di Antropologia Culturale (SIAC), della Società Italiana per lo Studio della Fotografia (SISF), dell’Università degli Studi Roma Tre – Dipartimento Scienze Politiche e della Fondazione “Un Paese”.

L’approdo nel prestigioso palcoscenico museale dell’Eur è da considerarsi senz’altro un punto di svolta nella giovane vita di questo avamposto culturale altirpino. «Il MAVI in mostra a Roma è un obiettivo per il quale abbiamo lavorato anni», afferma il sindaco Antonio Di Conza. «Il mio ringraziamento – prosegue il primo cittadino – va al professor Cancian, alla Pro Loco, all’associazione LaPilart e a tutti quanti hanno collaborato per questo scopo. È il nostro patrimonio culturale e antropologico, a cui la comunità è molto legata, e portarlo a Roma, in un museo così importante, deve essere la prima pietra di un percorso più ampio di valorizzazione».

Quello di Cancian, professore emerito di Antropologia presso l’Università di Irvine, in California, è unanimemente considerato uno straordinario studio di comunità attraverso la fotografia: uno dei più rilevanti frutti dell’impegno delle scienze sociali americane nel Belpaese negli anni Cinquanta e Sessanta. «È un risultato che ci riempie di gioia e ci emoziona, il coronamento di anni di sacrifici da parte di tutti», spiega il direttore uscente del Museo Antropologico Visivo Irpino, la lacedoniese Antonia Pio. Ma è anche la conferma di ciò che tanti antropologi e studiosi hanno subito intuito: il MAVI è un museo vero, e il contenuto è di grandissimo valore.

Le immagini in bianco e nero esposte, molte in grande formato, sono state stampate esclusivamente per la mostra da negativo originale con metodi tradizionali su carta ai sali d’argento e sono accompagnate da altri materiali di corredo come fogli provino e riproduzioni di note e taccuini dell’autore. Viene inoltre proiettato il documentario “5×7 – il paese in una scatola” di Michele Citoni, regista romano e membro dell’associazione LaPilart, il cui lavoro è stato importante al pari di quello degli altri attori. Citoni, che ha condotto numerosi e apprezzati lavori sull’Alta Irpinia. ricostruisce il viaggio in Italia di Cancian nel 1957 e il suo nuovo incontro con la comunità lacedoniese avvenuto 60 anni dopo. Proprio in quest’occasione, avvenne la consegna ufficiale, da parte del professore, di tutto il materiale fotografico nelle mani del presidente della Pro Loco “Gino Chicone”, Antonio Pignatiello, e del sindaco di Lacedonia Antonio Di Conza.

Alla mostra si aggiunge un volume edito per i tipi di Postcard in doppia tiratura, con testi in Italiano e in Inglese, curato da Francesco Faeta: Un paese del Mezzogiorno italiano. Lacedonia (1957) nelle fotografie di Frank Cancian / A Town in Southern Italy. Lacedonia (1957) in Frank Cancian’s photographs. Il volume, che sarà presentato in occasione della inaugurazione della mostra, contiene un’ampia scelta antologica delle fotografie dell’autore e saggi critici a illustrare la sua rilevanza dal punto di vista antropologico ed etnografico, storico-sociale e storico-fotografico.