Hanno due passi diversi, anzi, di più: l’uno «corre» e l’altro «dorme in piedi». Parola di Vincenzo De Luca che ha fatto alcune valutazioni a margine dell’incontro che si è tenuto a Caserta per la sottoscrizione di un protocollo d’intesa per l’attrazione degli investimenti esteri tra Confindustria e Regione Campania. Nel mirino del governatore ci sono i ministeri.
Quello «delle Infrastrutture corre» ma in quello dei «Beni culturali, non è cambiato niente, dorme in piedi». Un giudizio non estemporaneo. De Luca racconta che da cinque anni la Regione ha mandato al Ministero dei Beni culturali la bozza di piano paesaggistico della Campania. «Vogliamo modificare il piano paesaggistico perché paralizza mezza regione ed è una di quelle materie nelle quali c’è una legislazione concorrente». In soldoni, la Regione deve lavorare sinergicamente con il Ministero, ma ciò non accade. «Non si capisce – aggiunge il presidente della Regione – per quale motivo dobbiamo concordare con il Ministero per decidere l’assetto del territorio in Campania».
Una regione che dovrebbe interfacciarsi con «la figura di qualche direttore generale perduto in qualche stanza dei Ministeri, se ne perdono pure le tracce, non si sa neanche dove siano, serve il navigatore solo per trovarli. Noi dovremmo interloquire con questi» conclude piccato e ironico. De Luca ne ha per tutti, anche per i direttori generali. «Cercheremo di eliminare tutti i pareri che riteniamo inutili, sperando di non essere chiamati dinanzi alla Corte Costituzionale da qualche direttore generale, qualche anima persa che abbiamo lì. Inutile dire che il più sciocco di questi diretti generali guadagna minimo cinque volte più del presidente della Regione Campania, senza fare niente». L’obiettivo è la «sburocratizzazione».
