Il ministero alla Salute ha diffuso una circolare per alzare il livello di allerta sull’infezione Dengue nel nostro Paese: “A causa dell’aumento globale dei casi, su disposizione del direttore generale, Francesco Vaia, si invitano gli Uffici di sanità marittima aerea e di frontiera a innalzare il livello di allerta e vigilanza nei confronti dei vettori provenienti e delle merci importate dai Paesi in cui è frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia o dove è presente Aedes aegypti”. I casi di Dengue in Brasile, dove è in corso il Carnevale, hanno superato quota mezzo milione. Contro l’infezione trasmessa dalle zanzare il Brasile ha lanciato venerdì scorso una campagna di vaccinazione di massa che partirà dai bambini di 10-11 anni. Ma l’allarme Dengue desta preoccupazioni anche nel Vecchio Continente e in Italia, dove nel 2023 sono stati registrati 82 casi autoctoni di Dengue su 280 in totale. Ne abbiamo parlato con il prof. Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova.

C’è un allarme dengue?
«L’allarme riguarda il Sudamerica, prima l’Argentina e ora il Brasile. Si parla di 5 milioni di casi nelle prossime settimane, numeri impressionanti in un’area dove di solito non si trovano questo tipo di infezioni, stiamo assistendo a una tropicalizzazione delle città, mentre prima le zanzare colpivano amazzoni e campagne. Molte persone viaggeranno fino alla prossima settimana per il carnevale di Rio e quindi si potrebbe avere un fuoco di ritorno se una zanzara tigre punge una persona infetta, e la diffonde a un’altra». 

Si corre il rischio che diventi endemico anche in Italia?
«Nel nostro Paese abbiamo già avuto dei casi di infezione autoctona su persone che non sono state all’estero. Potenzialmente c’è il rischio di avere un focolaio anche qui».

Cosa possiamo fare per evitarlo?
«La cosa più importante è fare una corretta informazione. Per chi viaggia in queste aree sappia che se quando torna ha sintomi che possono essere compatibili con la dengue cioè febbre, dolore alle articolazioni, e dietro gli occhi, è bene che vada da uno specialista per fare analisi del sangue. Per chi invece ha già avuto infezione o deve andare in quelle aree, fare la vaccinazione. Il governo potrebbe prevedere un sms per informare in questo senso i viaggiatori».

Cosa ne pensa del nuovo piano pandemico nazionale?
«Penso sia un buon punto di partenza, ma non deve essere vagliato dalla politica, ma restare tecnico. C’è tutto ciò che un paese evoluto dovrebbe avere: vaccinazioni, farmaci, posti letto, e misure estreme come il lockdown e chiusura scuole. Il piano pandemico come la campagna vaccinale non deve rappresentare terreno di scontro politico. Sono misure tecniche che la politica deve digerire, senza mai imporre scelte. Diversamente ci sarebbe un’invasione di campo inaccettabile da parte del mondo scientifico».

Cosa ne pensa dell’emendamento Bagnai, approvato dalle commissioni, che proroga di altri sei mesi la sospensione delle multe per chi ha violato l’obbligo di vaccinazione per il Covid?
«Un conto è la multa commissionata nel 2021 quando c’era obbligo vaccinale, un conto è nel 2024. L’applicazione di una misura tre anni dopo non serve. È solo per continuare a lisciare il pelo. Forse a qualcuno sfugge che senza i vaccini non saremmo usciti dalla pandemia».

Il covid è sconfitto?
«Il covid è vinto, non sconfitto. Continuerà ad essere uno dei virus che causa infezioni respiratorie, ma senza più causare devastazioni. Sarà un problema solo per alcuni fragili, come tanti altri virus. Il virus è stato vinto grazie ai vaccini, ma non scomparirà».

Cosa ne pensa del fatto che Re Carlo ha annunciato di avere un medico omeopata?
«Mi auguro che non sia così per la sua salute. I tumori si curano con medicina tradizionale e scienza dell’evidenza, che oggi ha portato a sconfiggere molti tumori che dieci anni fa erano inattaccabili. Mi auguro che si affidi alla medicina ufficiale, se si affida all’omeopatia dimostrerà al mondo di non essere in grado di tenere quello scettro che sua madre ha tenuto così bene per tanti anni. Anche per ciò che lui rappresenta per i cittadini britannici e del resto del mondo, dire che si cura con l’omeopatia non è un messaggio responsabile».