Il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu ha annunciato che la mobilitazione parziale per la guerra in Ucraina si è conclusa. Era stata annunciata dal Presidente Vladimir Putin lo scorso 21 settembre la chiamata di 300mila riservisti e oggi il ministro, citato da Interfax, ha comunicato al Presidente i risultati dell’operazione. Shoigu ha riferito che oltre 80mila russi hanno completato il loro percorso di addestramento e sono stati inviati al fronte.
Ci sarebbero “più di 27 mila imprenditori e 13 mila cittadini hanno espresso il desiderio di compiere il loro dovere e sono stati inviati alle truppe come volontari” secondo il ministro che ha aggiunto che “l’età media dei cittadini russi mobilitati è di 35 anni”. Altri 218mila starebbero intanto “completando l’addestramento” tra cui “41mila già inquadrati in unità operative sul terreno”. A metà ottobre lo stesso presidente russo aveva annunciato che la mobilitazione sarebbe finita entro due settimane. “Finora sono state mobilitate 222.000 persone […] su 300.000. Penso che entro due settimane tutte le attività di mobilitazione saranno completate”, aveva annunciato in una conferenza stampa ad Astana, in Kazakistan.
E infatti Shoigu ha aggiunto che “non si prevedono altri richiami e le truppe continueranno ad essere integrate solo con volontari e militari sotto contratto”. Lo stesso Shoigu aveva giustificato la mobilitazione come una necessità causata dal fatto che Mosca non “stava combattendo solo contro l’Ucraina, ma contro l’Occidente intero e la Nato”. La mobilitazione dei riservisti aveva provocato fin dal primo momento le proteste più partecipate in Russia dopo quelle esplose all’indomani dell’invasione, oltre alla fuga all’estero di numerosi cittadini.
La chiamata alle armi era arrivata dopo settimane di sconfitte sul terreno per Mosca, con la controffensiva ucraina che avanzava nell’est. La situazione al momento – il conflitto è al 246esimo giorno – è in stallo: si parla di pericolo nucleare, della possibilità del lancio di “bombe sporche”, le trattative di pace sono al palo. Il ministro degli Esteri di Kiev Dmytro Kuleba ha intanto richiesto esplicitamente all’Iran, in una telefonata con il suo omologo a Teheran Hossein Amirabdollahian, di smettere di fornire armi alla Russia.
Putin intanto, citato da Interfax, ha annunciato che “il piano per lo sviluppo delle Forze armate russe è in pieno svolgimento, molto è stato fatto per lo sviluppo delle forze missilistiche strategiche. Abbiamo e stiamo lavorando a un piano per lo sviluppo delle Forze armate. È in fase di attuazione e procede al ritmo e nella misura prevista e concordato a tutti i livelli”. Il Presidente ha inoltre spiegato che “sulla base dell’esperienza dell’operazione militare speciale, dobbiamo riflettere e apportare modifiche alla costruzione di tutti i componenti delle Forze armate, comprese quelle di terra. I compiti più importanti sono in questo momento: equipaggiamento, addestramento, coesione dei cittadini mobilitati” e che l’obiettivo è quello di “migliorare in tempi brevi tempo lo sviluppo delle forze armate della Federazione russa”.
