Ufficiale il decesso di Eviatar Moshe Kipnis, il 65enne italiano-israeliano di cui non si avevano notizie dal 7 ottobre scorso, giorno in cui è avvenuto l’assalto di Hamas nei villaggi israeliani al confine con la Striscia di Gaza. La Farnesina conferma che le autorità israeliane hanno certificato, attraverso esame Dna, il decesso dell’uomo vittima dell’attacco terroristico avvenuto nel kibbutz di Be’eri. L’ambasciata d’Italia a Tel Aviv è in contatto con la famiglia per assicurare loro ogni possibile assistenza in questo difficile momento. Nell’esprimere le condoglianze ai familiari del signor Kipnis, il vicepremier Antonio Tajani ribadisce il massimo impegno del Governo per rintracciare gli altri due cittadini italo-israeliani tutt’ora irreperibili.

Nessuna notizia invece della moglie di Eviatar Moshe Kipnis, Liliach Lea Havron. La coppia di italiani, con passaporto anche israeliano, viveva nel kibbutz di Be’eri e dalle 9 del mattino di sabato 7 ottobre non rispondevano più alle telefonate dei familiari. Il figlio Nadav Kipnis nei giorni scorsi aveva lanciato un appello all’Italia: “Mio padre è disabile, ha una malattia che rende molto debole il sistema immunitario e i suoi muscoli. Se i miei genitori sono stati rapiti, come crediamo, speriamo papà possa avere i farmaci di cui ha bisogno”.

L’altro italiano disperso è Nir Forti. 30 anni. Vive a Tel Aviv ma è originario di Omer, un sobborgo della città di Beersheba, nel sud di Israele. Lavorava dal dicembre del 2021 per Tyto Care, un’azienda che si occupa di assistenza sanitaria. Forti era al rave Festival dove è avvenuta la strage dei miliziani di Hamas. Secondo quanto riferito da un amico, sarebbe stato ferito al torace. Il connazionale e la ragazza sarebbero attualmente dispersi.

Oltre ai tre cittadini italiani dispersi dopo l’azione terroristica di Hamas del 7 ottobre scorso, Tajani parla di altri “ostaggi italiani” che “sono una dozzina e sono vicino Rafah, speriamo che oggi possano uscire dalla Striscia di Gaza e arrivare in Egitto”. Probabilmente il vicepremier e ministro degli Esteri fa riferimento ai connazionali che vivono nella zona. “Le trattative sono in corso e comunque per noi questa è la priorità: così come abbiamo rimpatriato tutti i turisti, tutti i pellegrini italiani che erano in Israele e che volevano rientrare a casa, così stiamo facendo per coloro che sono nella Striscia di Gaza”, ha sottolineato. “Quindi massima attenzione. La nostra Ambasciata a Tel Aviv, la nostra Ambasciata al Cairo, il Consolato a Gerusalemme e la nostra Unità di crisi del ministero degli Esteri seguono minuto per minuto la situazione dei nostri connazionali che sono a Gaza”, ha aggiunto il ministro.

 

Redazione

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