Il festival Città Identitarie preferito allo speciale sul secondo turno delle elezioni legislative francesi, quello che ha decretato una sonora batosta per l’estremista di destra Marine Le Pen che già pregustava la salita all’Eliseo. E’ la tv pubblica italiana, è la Rai, e il canale d’informazione h24 Rainews, fermatosi a Pomezia.

A protestare non sono solo politici di opposizione e sindacati che definiscono sempre più “Tele Meloni” la tv pubblica, ma gli stessi giornalisti dell’emittente che in una nota del comitato di redazione sottolineano tutta la propria indignazione. Mentre Mediaset e La7 mandavano in onda speciali ed approfondimenti, sui canali Rai erano in programma repliche (di Report) e film di serie B. Su RaiNews, alle 22, lo speciale “patriota” sul festival Città Identitarie, ideato dal meloniano Edoardo Sylos Labini e che vedeva ospite della kermesse il direttore di Rainews Paolo Petrecca.

Cdr contro direttore: “Petrecca ha interessi personali”

“RaiNews24 non aveva mai toccato il fondo in questo modo, mai aveva abdicato così alla sua missione informativa in occasione di un appuntamento elettorale così importante”, si legge nella nota del cdr. “Un tempo – prosegue la nota – la nostra testata metteva in campo tutte le risorse per garantire un servizio impeccabile all’utenza, in occasioni simili. Chiediamo al direttore come sia possibile prevedere un approfondimento diverso quando tutte le tv del Continente hanno gli occhi puntati sulle elezioni d’Oltralpe. Verrebbe da pensare che alla debacle della destra il direttore preferisca non dedicare troppo spazio. Petrecca ritiene opportuno, in una serata come questa, dare spazio a un evento non scevro da interessi e legami personali. Una scelta che qualifica la deriva che ha preso da tempo la testata e per la quale ci sentiamo indignati”.

Dagospia e il legale con Alma Manera (che si esibiva)

Il riferimento ai legami personali, secondo Dagospia, sarebbe nella partecipazione, tra le esibizioni canore, di Alma Manera, ovvero la compagna di Petrecca. Ma sentimenti a parte, fa senza dubbio rumore la decisione del servizio pubblico di scegliere di non informare in modo adeguato i contribuenti al cospetto di una elezione, come quella francese, dell’esito assai decisivo sia per le sorti dell’Europa che per gli equilibri mondiali.

Se il Pd annuncia di voler portare la questione in Commissione Vigilanza, presieduta dall’aprile 2023 dalla grillina Barbara Floridia, il presidente della Federazione nazionale della Stampa, Vittorio Di Trapani, già segretario Usigrai, attacca: “Perché nessuna rete generalista Rai ha aperto uno spazio per informare i cittadini del voto in Francia? Il risultato elettorale ha scontentato qualche alleato italiano? Denunciare anche questo tradimento del servizio pubblico meriterà sanzioni disciplinari?”. Il riferimento è alla sospensione di Serena Bortone dopo la denuncia di censura allo scrittore Antonio Scurati.

Usigrai contro Petrecca

Per l’Usigrai “mentre Mediaset e LA 7 hanno scelto una programmazione ad hoc per raccontare da subito l’esito del voto, la Rai non si è preoccupata minimamente delle elezioni francesi. I tg di prima serata hanno lasciato pressoché invariata la scaletta tra un servizio sul caldo e uno di cronaca nera, e durante l’access e il primetime vengono trasmessi Techetecheté e un programma di musica su Raiuno, un film su Raidue, e una replica di Report su Raitre ma su tutt’altro. Per non dire di Rainews24, il canale all news della Rai che, contrariamente al suo mandato editoriale, decide di aprire alle 22.00 di ieri non con la Francia ma con il festival “Città Identitarie” ideato da Edoardo Silos Labini. Questione che il Cdr ha posto duramente al Direttore che, invece di dare spiegazioni, ne chiede alla rappresentanza sindacale minacciando denunce. Solo il Giornale Radio è andato subito in onda con uno spazio programmato da tempo. L’Usigrai – continua una nota – trova assai grave che il Servizio Pubblico non abbia informato i telespettatori in maniera tempestiva ed esaustiva su quanto stava accadendo in Francia. Bastava allungare i tg delle reti generaliste e impegnare il canale all news in una diretta sulle elezioni: cosa che non è stata fatta. Siamo di fronte, da tempo, a una significativa riduzione degli spazi di informazione, tradizionalmente gestiti dalle testate giornalistiche del Servizio Pubblico; anche da questa scelta sta passando un cambio di narrazione che danneggia la Rai e i cittadini”.

Le minacce di Petrecca

Immediata la replica di Petrecca: “Vi chiedo spiegazione formale sulla frase ‘non scevro da interessi e legami personali’. Presenterò diffida formale nei vostri confronti all’Ordine dei giornalisti e chiederò difesa legale per calunnia. Smentisco in alcun modo responsabilità decisionali sull’apertura del TG delle 22. Ho chiesto 3 affacci al vicedirettore di turno alle 21,45, a metà festival e in coda. Come facciamo con tutte le manifestazioni culturali in partnership. Mi chiedo come la redazione ancora possa darvi fiducia, considerando ciò che scrivete”.

Redazione

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