La Internet Research Agency di nuovo nel mirino
Falsi account legati alla Russia, la “fabbrica dei troll” che aiutò Trump smascherata da Twitter e Facebook
Le elezioni di novembre negli Stati Uniti rischiano di essere nuovamente ‘manipolate’ dalla Russia e dalla sua “fabbrica di troll”, la Internet Research Agency, come già successo nel 2016 quando fu evidenziato da un’indagine del dipartimento della Giustizia statunitense il suo ruolo nella campagna elettorale pro-Trump. A lanciare l’allarme sono stati Twitter e Facebook, che con una indagine interna realizzata anche con la collaborazione dell’Fbi, hanno reso noto di aver sospeso alcuni account riconducibili all’Internet Research Agency, già protagonista nel 2016: questa infatti stava utilizzando una serie di profili falsi e un sito internet creato per propagandare contenuti di sinistra.
We suspended five Twitter accounts for platform manipulation that we can reliably attribute to Russian state actors. As standard, they will be included in updates to our database of information operations in the coming weeks to empower academic research. https://t.co/9RqOiDNB7d
— Twitter Safety (@TwitterSafety) September 1, 2020
Come sottolinea Twitter, gli account erano associati ad un sito chiamato PeaceData, che pubblicava “una serie di contenuti su questioni politiche globali”. Alcuni di questi “sono stati creati da persone reali” e americane che “sembrano aver contribuito a PeaceData come freelance”. Si tratta di una importante novità rispetto alla macchina della propaganda russa che aveva agito quattro anni fa: in quell’occasione infatti i contenuti vennero gestiti esclusivamente da russi in Russia.
I tweet degli account russi erano “di bassa qualità” e riconducibili allo spam, con la maggior parte che ha ricevuto “pochi, se non nessuno, Mi piace o Retweet”. Gli account, sottolinea infatti il social network, “hanno avuto un impatto limitato su Twitter e sono stati identificati e rimossi rapidamente”.
The accounts purported to be associated with a website called PeaceData, which publishes a range of content about global political issues. At least some of the content published on the website was created by real people who appear to have contributed to PeaceData as freelancers.
— Twitter Safety (@TwitterSafety) September 1, 2020
Facebook ha invece denunciato che finora l’Internet Research Agency avrebbe creato solo 13 profili fake e due pagine dedicata alla pubblicazione dei contenuti di Peace Data, pagine seguite da un totale di 14mila persone.
Poche settimane fa era stato pubblicato l’ultimo report della commissione di intelligence del Senato americano sul Russiagate in cui si evidenziavano gli incontri e i rapporti tra membri del comitato elettorare di Donald Trump e persone influenti vicine al Cremlino, con la fake news diffuse sui social nate proprio dalla società di San Pietroburgo Internet Research Agency. Tra le conclusioni venivano evidenziati i “legami molto più estesi e preoccupanti di quanto fosse universalmente noto” tra le due parti con l’obiettivo comune “dell’elezione di Trump”, pur non riuscendo a dimostrare “un esplicito accordo tra le parti”
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