81 arresti per il brutale assassinio
Femminicidio di ‘ndrangheta nel Vibonese: Maria Chindamo è stata uccisa e il suo corpo è stato dato in pasto ai maiali
La svolta nelle indagini sul femminicidio, all’interno di una vasta operazione che ha portato ad arresti in tutta Italia, nell’ambito dell’inchiesta Maestrale-Carthago, che mira a far luce su nomi e interessi della criminalità organizzata.
Maria Chindamo, 37 anni, fu vittima di un brutale femminicidio compiuto dalla ‘ndrangheta, avvenuto nel vibonese sette anni fa. Maria venne uccisa e il suo corpo venne dato in pasto ai maiali. E, quindi, di fatto praticamente impossibile trovare prove concrete dell’assassinio.
L’imprenditrice 42enne, scomparsa dalla sua azienda agricola di Montalto di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, il 6 maggio 2016. Sono trascorsi sette anni, ma ora le indagini hanno portato all’arresto di ben 81 persone: dietro il femminicidio di Maria Chindamo esiste una trama di violenza e controllo riferibile all’organizzazione criminale calabrese, la ‘Ndrangheta.
Come emerge dalle indagini, Maria venne barbaramente uccisa per il semplice fatto di aver deciso di lasciare il marito Ferdinando Punturiero: scelta che per la ‘ndrangheta non poteva essere accettata.
Nicola Gratteri, procuratore capo, riferisce che secondo l’organizzazione criminale Maria era considerata la responsabile del suicidio del suo ex-marito. In seguito al suicidio del marito, si era aperta una serie di conflitti all’interno del clan di riferimento. E fu a causa di questa presunta colpa che Maria venne sottoposta a continue minacce e intimidazioni. Secondo la DDA, inoltre, il clan era interessato ai terreni posseduti dalla donna.
A scatenare l’ira finale del clan fu il fatto che Maria avesse condiviso sui social una foto in cui cui si mostrava felice e innamorata di un nuovo compagno. Secondo i membri del clan di ‘Ndrangheta, quel gesto di apparente libertà e felicità appariva come un affronto all’organizzazione. Fu allora che venne presa la decisione di ucciderla.
Non solo: fu compiuto un vero e proprio scempio del corpo di Maria Chindamo, nel vano tentativo di non lasciare tracce del brutale femminicidio. Il corpo, infatti, non è mai stato trovato perché venne dato in pasto a dei maiali.
La svolta nelle indagini è avvenuta dopo anni, entro una più ampia operazione della Direzione Antimafia. Tra gli arrestati per reati per associazione di stampo ndranghetista, compare anche Salvatore Ascone, 57 anni, che alcuni collaboratori di giustizia indicano come l’assassino di Maria Chindamo. Ad Ascone vengono contestati una serie di delitti, tra i quali la partecipazione all’associazione mafiosa riconducibile alla cosca Mancuso, reati in materia di armi e stupefacenti, estorsioni per l’accaparramento di fondi agricoli, nonché l’omicidio, in concorso con altre due persone, una deceduta e l’altra all’epoca dei fatti minorenne, di Maria Chindamo.
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