Floro Flores risponde a De Luca: “Su Bagnoli troppi conflitti tra Regione e Comune, giravolte dei politici rischiano di azzerare tutto”

«Come napoletano ritengo che quella di Bagnoli sia una situazione antipatica e drammatica. Ci sono tante responsabilità e tante colpe, ma concordo con chi pensa che siano le istituzioni in primis a dover addossarsene le responsabilità». L’ingegner Francesco Floro Flores replica così al duro commento del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, secondo il quale «Bagnoli è una vergogna mondiale». Da ottobre 2018 è commissario per la bonifica e tra una settimana il suo mandato scadrà. In Consiglio dei Ministri già si parla della possibilità di cambiare strategia passando dalla fase commissariale a quella dei poteri straordinari da affidare al nuovo sindaco. Sarebbe l’ennesima mossa politica sul quartiere dell’ex Italsider che da trent’anni attende di rinascere. «Quando la politica entra a gamba tesa, esiste il rischio di rimettere tutto in discussione».

Il commissario Floro Flores lo dice con il rimpianto di chi avrebbe desiderato portare a termine il progetto e mostra le foto di come Bagnoli dovrebbe diventare secondo i progetti approvati finora, rammaricandosi che in questi anni la stampa non ne abbia dato sufficiente risalto. «Quando finalmente si è cominciato a fare qualcosa di concreto per Bagnoli la stampa locale è diventata latitante» commenta con amarezza. Secondo il piano commissariale, le bonifiche si concluderanno entro la fine del 2023. «Ma c’è il rischio che si ricominci tutto da zero» spiega. Se il Consiglio dei ministri approverà, come sembra, il nuovo decreto su Bagnoli si dovrà cambiare strategia. «Sarà resettato tutto quello che si è fatto per ricominciare con un’impostazione che sarà più chiara nelle prossime settimane». Perché? «Bisognerebbe chiederlo al ministro Carfagna, a Roberto Fico, a tutti gli interlocutori che si chiuderanno in Consiglio dei ministri».

Il commissario Floro Flores non demonizza l’idea in sé di affidare Bagnoli al nuovo sindaco: «Dare poteri al sindaco ed eliminare la fase commissariale può avere senso, l’importante è cercare di non disperdere tutte le energie spese fino ad oggi, la competenza e l’organizzazione del lavoro che si sono sviluppate in questi anni». Un modello Genova per Bagnoli? «Me lo sarei augurato. Se il commissario avesse potuto utilizzare più soggetti attuatori e più strutture operative avrebbe potuto accelerare i processi di bonifica dividendo le attività fra più attori». Floro Flores elenca gli interventi di bonifica in corso e quelli per i quali i bandi sono già conclusi e l’avvio è prossimo.

E allora viene da chiedersi come mai su Bagnoli ci sono ancora tanti intoppi? «A Bagnoli c’è una complessità molto più estesa, perché ci sono bonifiche da fare, bonifiche che sono diverse perché diversa è la natura dei suoli, e perché nella stratificazione dei problemi si sono create una serie di contenziosi fra parti dello Stato e Bagnolifutura e altri interlocutori, Cementir, Caltagirone, per cui è talmente un groviglio che non si fa in tempo a sbrogliarlo tutto che le istituzioni cambiano metodologia, cambiano programma, cambiano organizzazione del lavoro, cambiano le persone».

A ripercorrerla a ritroso la storia di Bagnoli è quindi un intreccio di conflitti e interessi, di cambi di rotta, «di malaorganizzazione e malapolitica che chiaramente hanno complicato tutto». Per non parlare dei conflitti tra Regione e Comune di Napoli, «un conflitto vasto» commenta Floro Flores. «Spesso invece che l’interesse pubblico si è perseguito l’interesse politico e Bagnoli è diventato un campo di battaglia per dimostrare non so cosa».